Questo testo vuole rappresentare uno spunto divulgativo riferito al tema della riabilitazione equestre e psichiatria, ovvero come il cavallo può contribuire a facilitare un processo di ricostruzione di un IO disgregato, quindi patologico.
La fruizione del cavallo nelle pratiche riabilitative si differenzia dalla Pet Therapy in quanto questo animale, per le sue caratteristiche fisiche e comportamentali, si relaziona alla persona con disagio psichico in modo diverso rispetto ai piccoli animali, i cosiddetti “pet”.
Figura mitica e simbolica, il cavallo compare in tutte le religioni antiche spesso associato agli Dei e a figure mitiche con connotazioni quasi sempre positive, sempre simbolo di regalità e di forza.
In Psicanalisi viene considerato simbolo e archetipo della madre, intesa come colei che porta, e simbolo paterno come dimostrazione di forza, potenza, libertà.
E’ interessante l’incontro tra la malattia mentale ed il nobile animale nella nostra recente storia italiana.
Sarà un caso ma invitiamo il nostro lettore a cogliere le tante tematiche riferite alla “libertà”, abbattimento dei pregiudizi, necessità di incontro ed accoglienza nel mondo “normale” e desiderio di rivalsa che ha originato negli anni settanta con l’esperienza di Marco Cavallo presso l’ospedale psichiatrico di Trieste, complice la battaglia del prof. Basaglia per una nuova visione nella cura della malattia mentale ed un povero cavallo di servizio all’interno dello stesso ospedale a rischio di macellazione perchè ormai superato nel suo ruolo dai mezzi a motore…
Ma torniamo sul tema della riabilitazione equestre e psichiatria
Il passo del cavallo offre un parallelismo con quello dell’uomo ed è fonte di sensazioni fisiche piacevoli, ha un effetto cullante e rilassante, così come il contatto fisico tra cavaliere e animale.
Essere sopra al cavallo, animale imponente e forte, guidarlo e dominarlo favorisce l’autostima e la consapevolezza di se stessi.
Viceversa, il cavallo può essere vittima di paure, piccole manie, può essere pigro e in questo assomigliare alla persona che lo monta: quindi da un lato è grande e forte come vorremmo essere e dall’altro simile a noi nelle debolezze.
Nel particolare riferimento alla riabilitazione equestre e psichiatria, l’incontro tra persona con malattia mentale e cavallo facilita la liberazione di quelle energie libidiche e pulsionali, che costituiscono la base della relazione d’aiuto stessa; il coinvolgimento che si stabilisce è il punto di partenza da cui il paziente può ritrovare le parti infantili del proprio Sé.
Dal recupero di queste parti “infantili” e “ludiche”, può partire un processo creativo che porta all’incontro con l’Altro.
Il cavallo è così uno spazio extracorporeo che, tramite meccanismi di identificazione proiettiva, consente di esplorare lo spazio dell’Altro e di ritornare e riordinare il proprio spazio e confini, fino all’individuazione del proprio Io.
Nel transfert paziente-operatore è presente un terzo elemento, il cavallo, che ha una funzione essenzialmente “materna”, di contenimento, tramite la quale le angosce e i bisogni del paziente possono essere elaborati.
La riabilitazione equestre è quindi, se utilizzata correttamente, al di là dei semplici aspetti ludici, un’esperienza profondamente emotiva e coinvolgente e che può dare occasioni impensabili di recupero dei deficit conseguenti alla malattia mentale.
Autoattivazione, autostima, problem solving, presa in carico di un essere vivente che manifesta dei bisogni e delle necessità, sviluppo del senso di affettività e dell’empatia: tanti aspetti che nel lavoro a terra e nelle esercitazioni in sella vengono supportati da un vissuto piacevole, di partecipazione sempre più attiva e soprattutto non giudicante.
Attraverso il cavallo e la riabilitazione equestre è così possibile contribuire a centrare l’attenzione su bisogni più o meno espressi da parte della persona con malattia psichica attraverso un elemento di polarizzazione affettivo-relazionale particolarmente favorevole per il raggiungimento di abilità residuali in un contesto demedicalizzato, informale e soprattutto motivante.
Molte delle attività proposte a soggetti caratterizzati da sofferenza psichica si propongono a terra, ovvero riferendosi alla gestione del cavallo, pulizia, conduzione, interazione mediante l’osservazione e decodifica dei comportamenti finalizzando gli interventi a puntare su una interatività più consapevole e emozionalmente coinvolgente.
Dove sono questi centri con possibilità di cure, rinserimento società e prolundato soggiormo?