Il tema riferito ai costi dell’ippoterapia è particolarmente ostico ed a rischio nel procurarci inimicizie tra gli operatori del settore poiché, pur essendo un argomento particolarmente importante per l’utenza, non è certamente il cuore di una proposta molto più complessa che deve considerare differenti variabili e fattori dettati dalla strutturazione programmatica ed organizzativa di qualunque intervento riconducibile al miglioramento psico-fisico della persona per mezzo della mediazione del cavallo.
E’ da premettere che il settore non è attualmente normato da pronunciamenti legislativi che determinano i compensi massimi e minimi entro i quali un intervento di ippoterapia deve rientrare: su questo fronte siamo veramente indietro anni luce, considerando che anche il solo riconoscimento dell’ippoterapia (o riabilitazione equestre) è ancora fermo nelle aule parlamentari, rimpallato e ripreso con una certa regolarità dai disegni di legge dell’Onorevole di turno che si impegna per portare a galla questioni arenate nel mare dell’oblio con la pressoché certa consapevolezza che anche la sua azione non porterà a particolari evidenze…
In questo nebuloso contesto le famiglie che si trovano a necessitare di un servizio riabilitativo, spesso espressamente alternativo alle terapie tradizionali per rinvigorire la motivazione ed una certa attivazione del loro congiunto caratterizzato da una forma di disabilità più o meno grave, si trovano a riconoscere costi dell’ippoterapia spesso molto differenti tra famiglia e famiglia.
Ovviamente molte sono le variabili che sono alla base delle proposte –e conseguentemente delle relative richieste economiche- dei diversi centri equestri che promuovono interventi riconducibili alla riabilitazione equestre.
Gli elementi che concorrono a definire i costi dell’ippoterapia
La presenza di personale esperto ed abilitato alla gestione dell’utente disabile in sella è ovviamente l’elemento imprescindibile dal quale non è il caso soffermarci per ovvi motivi, il numero di persone direttamente (o indirettamente) coinvolte negli interventi, l’eventuale presenza di volontari che possano garantire una certa riduzione dei costi dettata dal loro impegno non oneroso, il costo riconducibile all’utilizzo e mantenimento dei cavalli coinvolti nelle attività, i costi di gestione del servizio, la disponibilità di strutture ed ausili adeguati…
La stessa strutturazione delle riprese possono determinare una certa fluttuazione dei costi dell’ippoterapia: lavorare in rapporto 1:1, ovvero l’operatore a diretto e totale contatto con l’utente in sella, rispetto ad altri rapporti di intervento, 1:2 o 1:3, che indicano rispettivamente l’attenzione del tecnico rivolta a 2 o 3 soggetti che lavorano in contemporanea più o meno tenuti a mano da assistenti.
Come spesso accade, a prezzi bassi può corrispondere una minore competenza dei tecnici atti a gestire le attività o, più frequente, una maggior propensione alla pericolosità di quanto proposto.
Per tenere bassi i costi dell’ippoterapia non è inusuale che lo stesso tecnico sia in contemporanea “regista” dell’intervento sul cavaliere debole attraverso richieste e proposte di esercitazioni, e conduttore del cavallo (spesso camminando in retromarcia per dare attenzione all’utente con ovvie esposizioni al pericolo) per azzerare il costo dell’assistente.
Caso raro ma non impossibile è il supporto di fondazioni o enti che erogano fondi per contribuire ad abbattere alcune spese o azzerarle completamente: si tratta di azioni che non sempre si protraggono nel tempo, ma certamente possono essere valide occasioni per calmierare i costi dell’ippoterapia.
E’ da sottolineare altresì che esistono centri che riescono a superare una serie di adempimenti burocratici (non sempre grazie ad aderenze politiche, ma spesso in virtù di una struttura formale ed impiantistica rispondente a specifici requisiti e specifiche legislazioni regionali favorevoli) atta a dare la possibilità di fornire servizi “in convenzione” con l’Azienza Sanitaria Locale, la Comunità Montana o –più difficile- il Comune di appartenenza.
Gli interventi convenzionati per i quali l’Ente Pubblico eroga i contributi per le singole attività possono raggiungere costi al limite dell’esorbitante (abbiamo sentito di rimborsi che raggiungono i 60-80 euro ad intervento). Pensare che una famiglia possa sborsare tali cifre per mezz’ora –quando va meglio 45 minuti- di attività è abbastanza irreale, sebbene in certi centri o con alcuni operatori (spesso con partita IVA, per i quali le tassazioni sono molto onerose), l’intervento può raggiungere i 45-50 euro a lezione.
Quando il servizio viene erogato sotto forma associazionistica, in genere da una Associazione Sportiva Dilettantistica aderente al CONI, il costo dell’ippoterapia può ridimensionarsi di una buona percentuale, sicuramente quella riconducibile all’IVA poiché i servizi erogati ai soci di una A.S.D. sono esenti da tale imposta in quanto attività considerata di carattere non commerciale.
Inoltre e sempre riferendoci al particolare caso dell’Associazionismo Sportivo Dilettantistico, se i tecnici a disposizione per gli interventi svolgono questa attività avendo un loro primo lavoro fuori dall’ambito sportivo, si possono evitare gli oneri riferiti ai costi del lavoro subordinato o parasubordinato ai sensi dell’Art.4 – 4° comma D.P.R. 633/72 e successive modifiche. Anche questo aspetto va a ridurre l’onere del costo dell’ippoterapia sull’utente finale.
Al netto di tutte le variabili e condizioni anche non esplicitamente dichiarate nel presente articolo e paragonando il costo dell’ippoterapia ad altri interventi come l’acqua terapia, la pet therapy o la musicoterapia (spesso molto più onerosi dell’intervento a cavallo) un range di prezzo entro il quale si svolgono gli interventi riconducibili alla rieducazione equestre può variare dai 15-20 euro fino ad un massimo di 30-35 euro ad intervento.
E’ da sottolineare che vi sono casi per i quali è possibile ottenere la deducibilità delle spese dell’ippoterapia: ulteriore impulso a prediligere quei centri che lavorano “alla luce del sole” con personale qualificato e che forniscono adeguata documentazione per agevolare il recupero di piccole ma importanti risorse.
La concorrenza sul mercato di altri servizi -identici o equipollenti- la qualità dell’intervento e del personale coinvolto, le leggi del mercato riferite al principio della domanda/offerta, i momenti della giornata o settimana nei quali viene proposto l’intervento, la disponibilità di strutture adeguate e l’eventuale uso più o meno esclusivo, la concorrenza di altri servizi che il maneggio eroga ad altre utenze… Ulteriori elementi che contribuiscono a determinare il costo finale.
Per concludere, quello che ci sentiamo di suggerire quando si desidera iscrivere un proprio caro ad un corso di ippoterapia, è di valutare le differenti proposte sul territorio con oculatezza, senza focalizzarsi esculsivamente sugli aspetti economici ma considerando il maggior numero di elementi per valutare se il servizio può essere affidabile o meno. Consigliamo ulteriormente di affidarsi a strutture che abbiano al loro interno tecnici riconosciuti e che dimostrino attenzione ai singoli bisogni, che non propongano piani d’intervento “generalizzati” e che appaiano concreti e realistici nel proporre una attività che può dare grandi risultati ma che non è la panacea che risolve tutti i mali del mondo…
E’ proprio un tema scottante! e purtroppo troppo spesso è uno dei pochi elementi, se non l’unico, che viene seriamente considerato quando le famiglie si avvicinano all’ippoterapia.
Ho per parecchio tempo tentato di fare proposte non troppo onerose e allo stesso tempo qualificate, accettando di essere stra-sottopagata in quanto psicologa, e mi sono trovata davanti a qualcosa di paradossale: da una parte il costo intorno ai 25 euro -di cui una parte data ai tecnici che con me collaborano- veniva considerato un costo comunque un po’ troppo alto e dall’altra, e qui viene il bello, le persone storcevano il naso perché un po’ troppo basso per qualificare un intervento fatto da un professionista psicologo.
In effetti chi di noi andrebbe a farsi visitare da un medico libero professionista che gli chiede solo 25 euro per visita e cura? Non saremmo un po’ tutti diffidenti? Forse continuare a fare proposte a basso costo non fa che squalificare l’ippoterapia stessa come intervento professionale serio e valido, lasciandola in uno strano limbo in cui continua a essere vista come e paragonata a un’oretta di sport per quanto bello e divertente. Non è così! Se si parla di Terapia e affini essa va svolta da professionisti della salute, competenti anche in materia equestre, affiancati da tecnici equestri e pertanto i costi vanno equiparati a un normale intervento professionale.
E’ vero le variabili sono tante e sta al professionista non esagerare comunque con i costi ma non va neppure continuamente svalutato l’intervento professionale, se no chi prenderà davvero sul serio l’ippoterapia!?
Perdonate se sono stata dura e anche un po’ provocatoria ma vorrei invitarvi, soprattutto i tecnici, a riflettere su questo tema.
A chi si avvicina all’ippoterapia invece non posso che dire, unendomi a quanto detto sopra,
“quello che ci sentiamo di suggerire quando si desidera iscrivere un proprio caro ad un corso di ippoterapia, è di valutare le differenti proposte sul territorio con oculatezza, senza focalizzarsi esculsivamente sugli aspetti economici ma considerando il maggior numero di elementi per valutare se il servizio può essere affidabile o meno. Consigliamo ulteriormente di affidarsi a strutture che abbiano al loro interno tecnici riconosciuti e che dimostrino attenzione ai singoli bisogni, che non propongano piani d’intervento “generalizzati” e che appaiano concreti e realistici nel proporre una attività che può dare grandi risultati ma che non è la panacea che risolve tutti i mali del mondo…”
Grazie Chiara per il tuo intervento, sempre puntuale e preciso.
Queste tue “provocazioni” non sono così sopra le righe, anzi! Il nostro ambito di intervento risente di una percezione alquanto sfalsata dell’effettivo valore degli interventi, e non è sempre così consapevole tutto il lavoro e professionalità che c’è dietro le quinte.
Speriamo che l’occasione di aver parlato di questo tema possa incentivare una certa sensibilizzazione nei confronti del pubblico che ci legge…
Un saluto 🙂
devo dire che l’ippoterapia per alcune patologie è eccellente. sono ortofrenista ed ho provato con mio figlio anche questa strada. unico neo… quando ho portato in deduzione le spese queste non mi sono state riconosciute perchè il centro aveva scritto personale ” qualificato e specializzato” anzichè terapista della riabilitazione. questo mi ha lasciato interdetta e non sicuramente l’ippoterapia che è stata veramente utile. anzi a dirla tutta con mio figlio sorprendente :-)- ho fatto ricorso e vediamo il valore lessicale e semantico