Una toccante testimonianza (ovviamente anonima per garantire la riservatezza della diretta interessata) ci porta a scoprire quanto il cavallo possa essere di supporto per combattere alcune “malattie dell’anima” che spesso sfociano nei disturbi alimentari come anoressia o bulimia.
Riteniamo doveroso sottolineare che il primo passo per superare il problema è quello di riconoscerlo per tempo e nelle sue più disparate espressioni senza cadere nella pericolosa spirale della negazione o dell’evitamento. Tante ragazze infatti si nascondono davanti all’evidenza ritenendo di non avere alcun problema: questo purtroppo aggrava solo la situazione…
Questo scritto, frutto di un’esperienza realmente vissuta, è l’espressione dell’importanza ad attaccarsi alla vita di una ragazza che ha capito per tempo l’insorgere di un problema e si è fatta aiutare innanzitutto dalla medicina ufficiale e dal grande affetto della famiglia.
Le attività con animali non possono MAI essere una sostituzione alle terapie tradizionali: diffidare da coloro che promettono guarigioni solo ed esclusivamente con rimedi alternativi, cavalli inclusi!!!
Come ci si ammala di anoressia?? Non lo so … E come si guarisce dall’anoressia?? Anche questo non so …
Avevo 22 anni quando riuscii ad ammettere di avere un problema.
Non poteva essere vero: io, proprio io, avevo questo problema! Ottimi risultati a scuola, sempre perfetta, gentile ed educata, una figlia (quasi) perfetta, un’amica (quasi) perfetta, una fidanzata, anzi ex fidanzata, (quasi) perfetta, così vitale, allegra … ma così rigida ed esigente con me stessa.
Tre lunghi anni di un triste sopravvivere prima di dire “basta, così non posso vivere, così non voglio vivere” ma soprattutto tre lunghi anni prima di dire “da sola non ce la posso fare” …
Quaranta chili per un metro e settanta di altezza, uno stomaco troppo vuoto ed una mente troppo stanca; non c’era più quel sorriso, non c’era più quella vitalità, ero morta, morta dentro .. e forse anche fuori. Niente più mi entusiasmava, neppure i miei cavalli, neppure le belle passeggiate …
Ricordo la prima visita al centro, le parole dei medici furono “ricovero”… io mi opposi e la mia famiglia mi appoggiò assumendosene la responsabilità … venni privata di tutto quello che, in quel momento, per me, potesse essere pericolo, qualsiasi sforzo fisico mi fu proibito … su richiesta di mio padre mi venne dato il permesso “solo” di cavalcare (nella maniera più tranquilla possibile), ma non perché questa attività non rappresentasse un pericolo per il mio corpo troppo fragile e sottile, ma perché si resero conto che, nonostante la mia apatia di quel momento, i cavalli, il mio rapporto magico con questi meravigliosi animali, mi avrebbe aiutato.
Con il passare dei giorni gli ostacoli da superare erano sempre più grandi, quasi insormontabili; riabituare lo stomaco e la mente a mangiare, ad accettare il cibo, sembrava un’impresa impossibile … ma ancora più difficile fu ricominciare a vivere, ricominciare a fidarmi delle persone, ricominciare a fidarmi di me stessa, smetterla di colpevolizzarmi e punirmi per quello che io in prima persona stavo vivendo, ma soprattutto per quello che alla mia famiglia stavo facendo subire … ed i momenti che trascorrevo con Spring erano gli unici istanti in cui la mia mente riusciva a distrarsi, in cui il mio pensiero non rimaneva fisso, bloccato, imbalsamato, verso quello che al pasto successivo avrei dovuto mangiare … verso tutto quello che stavo vivendo ed affrontando.
Ritrovai tutto l’amore che provavo per le mie creature, e forse ancora di più proprio perché mi rendevo conto dell’aiuto che mi davano, della tranquillità e della serenità che mi trasmettevano; a loro riuscivo rivolgere quella fiducia che alle persone invece negavo per paura di essere ferita nuovamente.
Io non credo che a salvarmi sia stato il rapporto con i miei cavalli … solo la forza che ognuno di noi nutre dentro la propria anima, e le persone che ti sono accanto, possono permetterti di rimanere in superficie in una situazione così drammatica … ma i cavalli sono un’esauribile fonte di energia e forza, sono una valida ragione per cui continuare a sognare … sognare, chi è malato di anoressia smette anche di sognare.
La sensazione di libertà che il montare dona, l’aria fresca tra i capelli, il tepore del sole sulla pelle, hanno alimentato le mie speranze per un futuro diverso, migliore. E fu così che tornai a sorridere, a gioire per le piccole cose di tutti i giorni, che ricominciai a sognare … e mi innamorai dei cavalli più di prima perché loro, senza nessun camice bianco, nella loro spontaneità e sincerità, erano riusciti a darmi l’aiuto silenzioso di cui avevo bisogno.
“Un rapporto silenzioso che ti riempie in assoluto gli occhi, il cuore, la mente, l’anima …
Il vero oro non tintinna e non brilla.
Luccica al sole e nitrisce al buio …”
I cavalli sono degli esseri meravigliosi e il semplice contatto con loro,dona forza.le esperienze di vita,come in questo caso,ci insegnano che hanno anche il dono di recuperarci quando ci sentiamo persi,dovremmo credere di piu nei cavalli e rispettarli,loro e gli animali in generale
Con la voce un po’ rotta di chi ha affrontato la depressione, la malattia e l’anoressia al fianco del mio cavallo dico a tutte le ragazze che si trovano in questa situazione che queste non sono gabbie impenetrabili.
Si può vincere…
Inghiottendo a forza pezzetti di cracker nel box del mio cavallo ho trovato un pochino diforza in più.
Respirate il loro profumo e inghiottite. La vita ritorna
Sara
E’ molto toccante questo racconto ed immagino quanta sofferenza e fatica sia costato il ‘risalire’.
Lo dico perchè anche io ho superato, anche grazie alla passione per i miei cavalli, un periodo molto difficile. Un grazie a chi ha deciso di condividere questa esperienza anche perchè spesso superato un così tragico percorso, tendiamo a buttarlo dietro alle nostre spalle cercando di dimenticare. Questo però non ci aiuta e soprattutto non permette ad altri di ricevere almeno un esempio ed uno stimolo. Magari ‘altri’ comunque alle prese con qualcosa di grosso da dover fronteggiare. Io trovo giovamento in primis con me stesso ogni volta che cerco,insegnando l’equitazione, di supportare anche un percorso di crescita in persone soffrenti. Ebbene si, ho intrapreso un percorso professionale di aiuto alla persona con l’ausilio prezioso degli animali, proprio partendo dal ruolo ‘vitale’ che per me hanno avuto.
Un abbraccio ad umani e ..cavalli.
Un articolo stupendo!!!! complimenti a tutta lo staff che lavora per qste pubblicazioni.
solo ki vive a contatto con un cavallo può capire le sensazioni ke donano…………..
Un argomento veramente interessante e una cosa che pochi sanno… che il cavallo aiuta a guarire e a stare bene innanzitutto con se stessi e con gli altri. Scusate la mia impertinenza e il mio commento magari non adatto ma sto facendo la tesi sulla terapia per mezzo del cavallo e ho intenzione di sviluppare proprio il tema dell’anoressia e i benefici che si possono ottenere nella relazione uomo cavallo in questo tipo di patologia. Non riesco a trovare materiale specifico perchè, ripeto, è un argomento ancora poco conosciuto e poco studiato. Se qualcuno potesse aiutarmi ne sarei felicissima… grazie mille e scusate per questa intrusione!!!
Ritengo importante la considerazione di Raffaella che mi ha mandato una mail in privato, evidenziando alcuni dubbi sull’immagine in coda all’articolo (L’immagine evocherebbe altri pensieri rispetto al testo: donna che monta a pelo con un abitino al vento…) e sul fatto che potrebbe essere interpretata come un “doppio senso” riconducibile a Freud ed al ritorno subliminale della passione adolescenziale femminile per l’equitazione.
Abbiamo scelto questa immagine senza voler assolutamente ledere l’immagine e la dignità della donna: lo vogliamo sottolineare soprattutto in questo momento storico molto “particolare” che vede sempre più il corpo femminile come merce di scambio.
Ci scusiamo da subito se alcune amiche lettrici si sono offese perl’immagine; riteniamo però di lasciarla in linea per evidenziare quanto sia stata ingenuamente pura la nostra scelta e quanto continui ad esserlo.
“Tutto è puro agli occhi dei puri”…
P.S.: accettando con grande rispetto qualunque punto di vista invitiamo tutti coloro che vorranno intervenire a riguardo ad esprimersi sull’argomento (non ci saranno censure!). Grazie
“La sensazione di libertà che il montare dona, l’aria fresca tra i capelli, il tepore del sole sulla pelle, hanno alimentato le mie speranze per un futuro diverso, migliore. E fu così che tornai a sorridere, a gioire per le piccole cose di tutti i giorni, che ricominciai a sognare …”
Io credo che l’immagine in coda all’articolo esprima al meglio questo concetto scritto nella lettera, l’immagine di una ragazza finalmente libera dalla sua sofferenza … libera da quel male che le toglieva pure l’amore e la passione per i suoi cavalli, lo stesso amore e la stessa passione che invece l’hanno aiutata nel cammino verso una nuova gioia, gioia che quest’immagine evoca. Non leggiamola per l’abitino svolazzante, per lei che cavalca a pelo, ma per il fatto che questo suo “cavalcare a pelo” è sinonimo di fiducia e libertà, una fiducia ed una libertà ritrovate!
la figura in coda al testo nn la trovo disturbante e in fondo uscire dalla anoressia è anche riscoprire la sessualità e riappropriarsi di una adolescenza spesso vissuta all’ombra della malattia. sto cercando di far approvare un progetto di riabilitazione equestre (anche se mi sento più vicina al concetto di equitazione integrata e per esperienze personali al metodo parelli) per i pazienti del reparto DCA, ma quanti muri bisogna cercare di sfondare, pregiudizi e preconcetti…anche se mai penserei all’ippoterapia come unica terapia, tutto quello che si fa con le persone e le famiglie in cui si sviluppa questa patologia è fondamentale, ma il cavallo è quell’elemento di forza vitale, di ricongiungimento con l’istinto che a volte manca o fatica ad emergere, eppure par di parlare ai muri. chiunque potesse avere materiale di esperienze in merito potrebbe contattarmi in privato alla mia mail : equioasiarcadia@gmail.com grazie e complimenti per il lavoro svolto.
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