Quanto campanilismo e disgregazione viviamo nel modo equestre!
La maggioranza dei praticanti e gli stessi tecnici vivono in un apparente dogmatismo fatto di verità calate dall’alto, apprese come l’Avemaria e ripetute senza una reale competenza sull’argomento.
La maggior parte di coloro che bazzicano i centri equestri non si pongono problemi sull’argomento, interpretando queste tensioni tra Enti come beghe di paese; le piccole realtà come la nostra hanno sempre avuto vita dura di fronte a queste criticità ed hanno dovuto non poco contrastare un senso comune che ha sempre fatto sponda per “eliminare il diverso”.
Lo viviamo quotidianamente quando nostri Quadri Tecnici (riconosciuto dal C.O.N.I. con brevetto di un Suo Ente di Promozione Sportiva) si propongono in Centri aderenti ad altre Realtà, o quando si va alla ricerca di sedi dove poter svolgere il tirocinio previsto dalla nostra Formazione e trovano spesso le porte chiuse…
Lo sterile teatrino ancora largamente in voga del “non siete riconosciuti” o “solo noi siamo riconosciuti…” trova sostenitori solo dove non vi è una approfondita conoscenza del mondo dello Sport sotto egida C.O.N.I. (Comitato Olimpico Nazionale Italiano, la “porzione di Bandiera d’Italia” che tratta di Sport in nome e per conto del Belpaese).
E’ come se il Decreto Melandri – una Legge dello Stato, quella che più interessa noi che lavoriamo in ambito sportivo- non abbia avuto ripercussioni nei rapporti di buon vicinato tra Enti e Federazioni… Da aggiungere il recente Provvedimento del Garante della Concorrenza e Del Mercato che, diffidando alcuni comportamenti monopolistici della Federazione, sottolinea “il libero svolgimento di tutte le altre discipline” anche da parte di altri Enti (sez. IV , punto C).
In aggiunta nel campo del “cavallo + disabili” un po’ tutte le realtà (figure giuridiche di diritto privato) si ergono a paladini di una verità di parte enfatizzata come assoluta, contribuendo a creare ulteriori confusioni e screditando l’altro, il diverso… Questo forse perché in Italia pronunciamenti univoci non sono ancora stati definiti per garantire il consumatore finale e per tutelare i professionisti nelle loro attività.
E’ importante e condiviso da tutti noi la promozione di iniziative con termini chiari, con modalità non confusive, ma soprattutto che non conducano ad usurpazione di titolo o pubblicità mendace; è però fondamentale riconoscere, o meglio accettare, la libera espressione “del diverso” soprattutto quando questo rispetta le regole del gioco ed ha pieno titolo per promuovere iniziative in linea con i propri riconoscimenti.
Chi propone ippoterapia deve essere un riabilitatore con specializzazione nella terapia a cavallo; gli altri possono lavorare con persone deboli ma proponendo percorsi che escludano la riabilitazione ed utilizzando termini che non creino confusione all’utenza!
Detto questo speriamo di aver ulteriormente contribuito ad emancipare i nostri lettori, permettendo loro di aprire gli occhi e verificare se quanto detto da altri è sostenuto da oggettività o espresso genericamente e senza riferimenti di Legge, approvati e riconosciuti dal nostro Stato, non regole interne di Realtà che, seppur di grandi dimensioni, mantengono una figura giuridica di diritto privato ed hanno titolo di regolamentare i rapporti tra i soli loro appartenenti.
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