Spesso le persone disabili che fruiscono dei progetti di ippoterapia sono soggette a difficoltà motorie tali da inficiare su un po’ tutte le attività della loro vita quotidiana. Il deficit relativo alla coordinazione del movimento (disprassia) ad esempio, rende difficile l’esecuzione di gesti intenzionali o in sequenza secondo un fine programmato.
Evidenti possono essere le difficoltà ad organizzare i movimenti, sia generalizzati che fini, coinvolgendo, nei casi più gravi, le braccia, le mani o le dita. Quando poi si aggiunge una certa difficoltà nel mantenere l’attenzione (per iperattività, per compromissioni cognitive…) o nel coordinarsi con la vista diventa realmente impossibile rispondere adeguatamente a semplici consegne dell’operatore.
Molto più spesso si assiste a disarmonie certamente meno invalidanti ma comunque espressioni di un impaccio motorio che, opportunamente supportato da un intervento psicomotorio, potrà rendere più efficaci nella relazione con l’ambiente esterno.
Nello specifico della rieducazione equestre, quando si pianifica un intervento relativo alla guida del cavallo con le redini, alcune delle compromissioni sopra citate potrebbero interferire di molto sul raggiungimento di risultati apprezzabili, in certi casi disturbando lo stesso animale che, costretto a subire in bocca azioni “incoerenti” o “pesanti”, potrebbe reagire diventando anche pericoloso.
In queste fasi puramente riabilitative, dove si insegna all’utente a dosare la forza applicata sulle redini ed a contenere (per quanto possibile) le discinesie dettate da un Sistema Nervoso compromesso, può rivelarsi opportuno collegare le redini non all’imboccatura ma agli anelli laterali della capezza. E’ solo da accennare che in questa circostanza è importante la tenuta dell’animale alla corda!
Un aspetto di fondamentale importanza è quello della prensione: molti cavalieri con disabilità hanno difficoltà nell’afferrare, tirare, tenere saldamente in mano un oggetto anche piccolo, morbido o ergonomico. Se poi si pensa ad azioni fini, che impongono l’opposizione del pollice e una certa sensibilità nell’eseguire movimenti di precisione come far girare o fermare il cavallo, il tutto diventa ancor più impegnativo…
Chiedere ad una persona con queste difficoltà di tenere in mano le redini anche nel modo più semplice possibile –figuriamoci imponendo la tenuta dell’equitazione normale – porterebbe ad un sicuro fallimento perché verrebbero perse alla prima occasione intaccando l’autostima del praticante e la sua ricerca del massimo livello di autonomia perseguibile in sella.
In queste circostanze ed in molte fasi preliminari alla conduzione del cavallo si propone all’utente disabile l’utilizzo delle maniglie: semplici ausili in cuoio che si innestano per mezzo di moschettoni alle redini, opportunamente modificate con l’aggiunta di occhielli cuciti a distanze predefinite.
Questi strumenti possono essere acquistati in selleria, tra i prodotti specificamente pensati per la riabilitazione equestre; in genere si possono reperire modelli dotati anche di “ponte”, un inserto di cuoio –simile in tutto e per tutto a porzioni di redini- che collega i due lati delle redini facilitandone la presa.
Visti i costi di tali accessori molto spesso si opta per realizzarli in modo artigianale, facendo modificare a qualunque calzolaio un normale paio di redini con la realizzazione delle manigliette (semplici strisce di cuoio ribattute con l’aggiunta del relativo moschettone).
Se si scelgono moschettoni adeguati è altresì possibile creare delle maniglie che possono essere attaccate alle normali redini in tela con gli inserti di cuoio: le tacche diventano così i naturali “fermi” per saldare alla medesima lunghezza le maniglie e permettere al nostro cavaliere un lavoro in sella il più semplificato possibile.
Sebbene quest’ultimo sistema porti ad una più veloce usura delle redini (da sottolineare che si tratta di modelli veramente economici) è forse il sistema più comodo ed efficace per l’utilizzo delle maniglie perché permette in modo estremamente semplice e veloce il passaggio alla guida senza ausili –e quando si devono mettere in sella più utenti è molto più comodo- e, non avendo anelli inseriti sulle redini, non disturba la presa dei cavalieri più esperti.
[…] vi siano i presupposti per guidare in autonomia un cavallo, anche per mezzo di ausili come l’utilizzo delle manigliette, è sempre e comunque obbligatorio porsi l’obiettivo finale della nostra proposta (avviamento […]