Tra le differenti iniziative proposte a soggetti caratterizzati da forme di disabilità, deprivazioni o disagio quelle riconducibili alle attività assistite dal cavallo sono tra le più ricercate: i benefici dell’ippoterapia sono confermati sin dalle epoche remote (quando Ippocrate consigliava lunghe cavalcate in sella per sconfiggere l’insonnia e Galeno vedeva nelle attività a cavallo un valido mezzo per riabilitare alcune patologie neurosensoriali) ma solo da una ventina di anni hanno visto un riconoscimento formale nel variegato mondo delle co-terapie.
I benefici dell’ippoterapia partono dalle caratteristiche intrinseche del cavallo con tutto ciò che lo accompagna nell’immaginario umano in materia di senso di libertà, magnificenza, propositività ecc.: tutti elementi che contribuiscono a sviluppare aspetti inerenti l’empatia, la comunicazione, lo stimolo cognitivo, l’affettività e tanto altro…
Si pensi agli interventi rivolti a soggetti con deficit intellettivo o caratterizzati da difficoltà relazionali o psicosi anche associate ad interessamenti della sfera autistica: la presenza viva ma non propositiva dell’animale –di per se non giudicante e disponibile nell’interazione ma non “aggressivo” nel pretendere contatti, comunicazioni ed interessi da parte dell’utente- favorisce quell’istinto ad accoglierlo favorevolmente ed a mettersi in gioco in un rapporto che può essere concluso in qualunque istante, quando la persona si sente più vulnerabile e necessita di stare da sola.
In generale l’animale viene riconosciuto come elemento neutrale, particolarmente attrattivo per la sua componente affettiva ed empatica. Gli aspetti sensoriali ad esso associato contribuiscono ulteriormente a confermare le sensazioni positive che la persona vive al suo diretto contatto: il calore che emana, il piacere nel toccarlo… nell’accarezzarlo, le tensioni muscolari, gli odori ed i rumori ad esso associato suggeriscono un ventaglio di esperienze sensorial-empatiche che non ha eguali in qualunque altra attività volta a stimolare le abilità residue in materia di “relazione col mondo e con ciò che ci circonda”!
In questo senso i benefici dell’ippoterapia e dell’interazione col cavallo puntano a sostenere il piacere di vivere esperienze dal forte impatto affettivo che possano di conseguenza far aprire al mondo ed alla relazione soggetti particolarmente inibiti sul piano interattivo. L’autoattivazione che ne deriva permette di saggiare la consapevolezza di sentirsi importante nei confronti di un essere che “ha bisogno del mio aiuto e delle mie attenzioni”: tutte le cure che spesso subiscono questi soggetti da parte di “altri” (genitori, insegnanti, educatori, assistenti ecc…), nell’incontro con l’animale vengono trasferite su quest’ultimo (epimelesi), contribuendo così a sviluppare una personalità più consapevole, efficace e coerente con la consapevolezza di un’appartenenza sociale che può diventare partecipazione attiva.
Tutti questi aspetti sono interconnessi tra loro e compartecipano insieme al consolidamento dell’autostima per la maturazione della personalità del soggetto debole, contribuendo a migliorare non solo la propria personale qualità di vita ma anche a vivere più efficacemente il proprio mondo nell’interazione con gli altri.
La stimolazione cognitiva che il contesto all’aria aperta e l’interazione con il nobile animale suggeriscono permettono di far vivere alla persona affetta da ritardo mentale esperienze particolarmente formative perchè prendono origine dalla motivazione e dall’interesse verso un ambiente (e compagno) piacevole e attrattivo; l’implementazione della sfera attentiva, della memoria, della verbalizzazione inserite in un progetto educativo finalizzato a sostenere abilità di problem solving, orientative, sociali ecc. permettono di raggiungere buone competenze in sinergia con le differenti attività rieducative alla quale la persona è sottoposta per il suo processo maturativo.
Ippoterapia: una stimolazione globale per corpo ed anima!
I benefici dell’ippoterapia riguardano anche il movimento dell’animale che è alla base della stimolazione neuromotoria della persona disabile in sella. Nello specifico, il passo del cavallo va ad agire efficacemente in tutte quelle patologie che riducono o inibiscono la motricità della persona disabile e conseguentemente favorisce la dissociazione dei movimenti, lo sviluppo della forza, implementa l’equilibrio, regolarizza il tono muscolare ecc… , il tutto inibendo quegli schemi motori patologici, facilitandone quelli più consoni e meno dispendiosi sul fronte energetico e della fatica.
Il montare a cavallo sotto la guida di personale tecnico specializzato permette di far lavorare tutta la muscolatura in modalità uniforme e sinergica, senza predominanze alcune. Le attività riabilitative promosse col cavallo puntano a far lavorare comparti motori che in genere vengono meno sollecitati per condizioni patologiche (vedasi forme di paresi, paralisi cerebrali infantili, ecc…) o per impacci dettati anche da una scarsa consapevolezza dei propri schemi motori.
I benefici dell’ippoterapia non si limitano solo a questi aspetti: il movimento sinusoidale, ritmico e tridimensionale del passo del cavallo va ad agire efficacemente sull’equilibrio della persona non solo quando si trova in sella ma anche quando – terminata la lezione a cavallo- si ritroverà a terra e percepirà maggior sicurezza nel muoversi in autonomia.
Il montare in sella agevola anche la regolarizzazione del tono muscolare: soggetti con una muscolatura flaccida (ipotonici) come chi è caratterizzato dalla Sindrome di Down, o eccessivamente rigida (spastici) vivono in prima persona i benefici dell’ippoterapia perché, grazie al movimento del cavallo (quello più idoneo per fisicità e tipo di andatura) vedono progressivamente alleviati questi scompensi rendendo un po’ più compatta la muscolatura del “flaccido” e rilassando quella dell’ipertonico.
Non è ovviamente pensabile che si possa guarire da una condizione esistenziale quale quella riconducibile a molte forme di disabilità; è però certo che una stimolazione regolare e continuativa possa migliorare la qualità della vita di una persona con deficit più o meno gravi.
E’ opportuno sottolineare che il cavallo e le attività riabilitative ad esso associate non sono la panacea che risolve tutti i mali. Se da un lato i benefici dell’ippoterapia sono molti ed importanti, è il caso di annotare che vi sono anche patologie controindicate all’attività. Inoltre, se non si innescano i basilari meccanismi di piacere nell’affrontare questo percorso a diretto contatto col nobile animale o se vengono utilizzati metodi inopportuni, superficiali o negligenti, si rischia di trasformare i sopra citati benefici potenziali in danni reali!
Un’ultima considerazione. Tutti noi siamo corpo ed anima: un sistema interconnesso che gode di enormi vantaggi se lo spirito ed il corpo vengono stimolati per raggiungere il più alto livello di benessere. Il cavallo può essere un valido elemento atto a contribuire al raggiungimento del pieno benessere sempre che ci sia interesse nei suoi confronti e spirito di partecipazione per vivere esperienze uniche dall’alto valore empatico.
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