Storia, geografia, geometria…tante materie che spesso nella scuola dell’obbligo non raggiungono l’interesse dei giovani alunni se non attraverso la modalità che accoglie l’educazione informale come base per riattivare al desiderio di apprendere attraverso la partecipazione attiva.
EQUITABILE® lavora da anni per sviluppare progetti di educazione informale applicati al cavallo ed al suo ambiente naturale (o di maneggio) che permettono l’acquisizione di molte competenze teorico –pratiche che vengono richieste dal programma didattico della scuola primaria in chiave alternativa e certamente meno frontale rispetto ad una normale lezione in aula.
In concertazione con l’insegnante di classe il mediatore equestre è in grado di realizzare interventi finalizzati all’acquisizione di tematiche curriculari attraverso il tema del cavallo, dove si fa riferimento all’animale (attività referenziali), o direttamente a contatto con esso (attività relazionali).
Ma come proporre un progetto di mediazione equestre in una scuola dell’obbligo? Come riuscire a pensare un progetto che possa semplificare alcune materie o possa renderle più interessanti attraverso il tema del cavallo? Non è semplice, ma si può fare!!!
Può succedere che nei diversi cicli della scuola primaria, certe conoscenze, fatichino ad arrivare alla mente di alcuni bambini, oppure arrivano, ma non permangono, oppure ancora non appaiono così interessanti da meritare la giusta attenzione…
Il problema è sicuramente riconducibile alla particolare condizione del bambino in oggetto, ma parte della responsabilità, come sempre è da ricercarsi anche nella proposta didattica, nella capacità dell’educare (dal latino “educère”= “trarre fuori”) e quindi nella possibilità di rimettere in discussione il metodo adottato. In queste circostanze i punti di forza dell’educazione informale possono certamente dare buoni ritorni; l’associazione di un animale così carico di simbolismo, fantasticazioni ed aspettative completa l’efficacia dell’intervento.
La Mediazione Equestre attraverso i suoi laboratori didattici (fase referenziale) e le attività con il cavallo (fase relazionale) è una grande risorsa per aiutare coloro appunto che possono arrivare, ma che per farlo, necessitano di qualche stimolo in più…
Prendiamo per esempio un bambino di 5^ elementare, anche se in realtà per esperienza all’interno di una classe ce n’è sempre più di uno, che fatica a studiare geografia, che l’argomento previsto sia lo studio della nostra penisola e che quindi nonostante la chiarezza delle schede proposte dal libro di testo, l’alunno in questione non riesca comunque a ricordare le regioni, o le confonda…
Perché allora non proporre un progetto di mediazione equestre basato sullo studio delle principali razze italiane, magari associandolo all’individuazione su cartelloni geografici, della zona o regione di appartenenza?
Laboratori –questi- che potrebbero certamente andare a supportare tutti quegli obiettivi trasversali propri dell’educazione informale che sono da ricercarsi nel lavoro di gruppo tra coetanei, nello scambio di opinioni ed in tutto ciò che, attraverso la collaborazione, porta ad una maggiore sicurezza di sé e quindi ad una maggior autostima, considerata alla base di una buona predisposizione alla partecipazione a qualsiasi progetto.
All’importanza di questa fase potranno seguire attività considerate relazionali attraverso le quali l’alunno insieme ai suoi compagni potrà “toccare con mano” (aspetto questo importantissimo per la memoria ed il ricordo), imparando a conoscere alcune delle razze di cavalli italiani presenti nel maneggio ospitante, riconoscendo in loro le caratteristiche studiate, magari fotografandoli ed associando “naturalmente” le sue osservazioni alla regione italiana corrispondente con le sue caratteristiche fisiche e politiche…
Il cavallo profuma di storia!
E se pensassimo alla Storia? Bella, affascinante sicuramente, ma come fare a farla diventare curiosa attraverso i principi di educazione informale della mediazione equestre? Diversi cavalli nella storia hanno avuto un ruolo molto importante, perché non saperlo? Greci e Romani avevano per i cavalli, per le corse dei cocchi, per l’equitazione, una passione che rasentava il fanatismo: Caligola, il folle imperatore, arrivò a nominare senatore il suo cavallo Incitatus, e a fargli costruire una scuderia di marmo e d’argento.
Dalle gradinate del Circo Massimo le grida frenetiche di 200.000 spettatori accompagnavano il galoppo delle quadrighe e quando l’impero romano crollò, con la sua decadente e raffinatissima civiltà forse una delle poche cose che sopravvissero a tanto sfacelo fu l’arte equestre, che si venne sempre più affermando come privilegio della nobiltà.
Un altro esempio è da trovarsi in Alessandro Magno che fu il più famoso condottiero del suo tempo. Estese il proprio impero dall’Egitto ai confini dell’India, diffondendo ovunque la cultura greca. Ricordando le sue grandi imprese si deve ricordare anche Bucefalo, il suo straordinario cavallo che lo condusse in molte battaglie vittoriose.
La leggenda vuole che l’animale si dimostrò subito turbolento, impossibile da montare. Alessandro, che a 12 anni sapeva già combattere, decise di montarlo e, dopo averlo rivolto verso il sole, salì in groppa e lo spinse al galoppo, dimostrando la sua abilità. Da allora Bucefalo si lasciò cavalcare solo dal suo padrone.
A questo proposito come non citare il celebre film “Alexander”, dal quale magari un gruppo di bambini, attraverso un laboratorio didattico di ricerca del materiale, potrebbero anche trarre e mostrare proprio quella toccante parte della pellicola che riguarda questo momento cruciale. Vista da un’angolazione diversa, perché no? Anche questa è storia!
Alessandro fu in sella al suo destriero fino al 327 a. C., quando sconfisse il re indiano Poros al fiume Idaspe. Bucefalo aveva 30 anni e morì quella sera per le ferite ricevute. Fu sepolto con gli onori militari e su quel suolo fu fondata la città Bucefalia.
E l’Imperatore Napoleone? Cosa potrebbe incuriosire i bambini oltre al fatto che era basso e che teneva sempre la mano sul petto sotto la giacca? Egli aveva a disposizione 130 cavalli per suo uso personale, ma il suo preferito era sicuramente un piccolo stallone bianco Arabo, a cui era stato dato il nome di Marengo a ricordo della battaglia del 1800 in cui con coraggio servì il suo padrone.
Pare che Marengo avesse una costituzione straordinaria: era rapido, obbediente, calmo sotto il fuoco nemico e coraggioso, una qualità questa che non mancava al suo imperiale padrone, la cui apparizione nei momenti di crisi rinvigoriva le truppe. Marengo, fu ferito otto volte, ma accompagnò ugualmente Napoleone nelle sue battaglie più famose (Austerlitz-1805, Jena-1806, Wagram-1809 e Waterloo-1815).
Durante la famosissima campagna di Russia del 1812 era tra i 50 cavalli che costituivano la scuderia personale di Napoleone e fu uno dei pochi a sopravvivere alla terribile ritirata da Mosca.
Non sembra, ma per un ragazzo, ricordare tutte queste date associandole ad una piccola ricerca che coinvolga le avventure di Marengo, potrebbe essere la chiave giusta per non farle sembrare solo una successione inutile di numeri, perché ricordiamolo, ognuno di noi vede, percepisce e fa proprie le cose in modo diverso… Marengo infine fu catturato dopo la battaglia di Waterloo e portato in Inghilterra, dove venne acquistato dal generale dei granatieri J.J.Angerstein per essere adibito alla monta nell’allevamento di New Barnes. Marengo morì a 38 anni. Il suo scheletro, al quale era stato tolto uno zoccolo è esposto al National Army Museum a Sandhurst. Lo zoccolo fu messo in una tabacchiera e il generale ne fece dono al Corpo Ufficiali della Brigata delle Guardie.
Altro spunto quest’ultimo per una piccola ricerca all’interno del Museo, la possibilità di raccogliere personalmente fonti e lo studio iconografico della storia sono le basi per un buon ricordo.
Garibaldi infine secondo molti racconti, curava la sua cavalla Marsala con mezzo secchio dell’omonimo liquore ogni volta che la bestia non appariva in buone condizioni di salute. La cavalla morirà a Caprera proprio come il generale.
Perché non approfittare di questo aneddoto curioso per far in modo che i ragazzi possano ricordare il nome del cavallo per poi associarlo al famoso Sbarco su Marsala compiuto dai Mille? Sarebbe un ottimo stratagemma per rammentare che i garibaldini, a bordo dei vapori Piemonte e Lombardo, partiti da Quarto presso Genova, con l’appoggio delle forze liberali italiane e della monarchia sabauda, dopo più di cinque giorni di navigazione, entrarono nelle acque marsalesi riuscendo, nonostante l’intervento borbonico, ad ultimare lo sbarco e a prendere la città, dando avvio all’invasione del Regno delle Due Sicilie…
Spunti di tematiche su Geometria e Scienze da promuovere in mediazione equestre
Allontanandoci un po’ dal mondo umanistico e i suoi racconti, un altro esempio ancora di poliedricità relativa alle materie di studio in chiave di educazione informale, può incontrarsi nelle discipline scientifiche: avete mai fatto caso a quante e quali forme geometriche si possono incontrare quotidianamente in un maneggio?
Cosa c’è di meglio per imparare le figure geometriche, poterci camminare sopra o percorrerle con un cavallo? Oppure ancora non sarebbe divertente organizzare dei giochi o delle piccole gare dove i bambini, inclusi coloro che hanno qualche difficoltà, possano imparare giocando le tante regole del calcolo del perimetro, dell’area o del raggio e della circonferenza???
Ecco che da questi spunti potrebbero nascere progetti di mediazione equestre che se preparati sapientemente attraverso la fusione di regole geometriche e attività referenziali supportate da foto (fig.6-Fig.7) e filmati, daranno certamente buoni frutti educativi. Anche a scuola i vostri laboratori didattici evolverebbero in maniera naturale in giochi ed indovinelli dove i bambini in modo ludico risolverebbero, magari a gruppi, problemi di geometria o perché no, suddivisi in squadre, potrebbero anche inventarne qualcuno da far risolvere al gruppo di compagni accanto a loro, oppure potrebbero creare dei percorsi ad ostacoli in campo dove ovviamente gli ostacoli debbano essere “pura geometria”…
Nella fase relazionale poi, la possibilità di mettere in pratica tutto ciò viene da sé. Balle di fieno, rotonde o rettangolari, barriere a terra, con le quali costruire figure geometriche giganti, box all’interno dei quali si può entrare per effettuare misurazioni da applicare a problemi geometrici… e tanto altro.
Poter condurre a mano un cavallo attraverso i percorsi inventati dai bambini nei laboratori didattici, dalla carta alla realtà.
All’interno dei maneggi sono davvero tantissime le possibili attrezzature da poter utilizzare per rendere più divertente e così più semplice la comprensione di problematiche all’apparenza di nessun interesse, basta avere tanta, tanta fantasia!!!
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