Una delle attività meno conosciute e praticate in ippoterapia è il cosiddetto warm up, o ricognizione del campo di lavoro. Si tratta di una abitudine che dovrebbe essere tale in tutti i centri dove viene svolta equitazione integrata® per preparare e verificare preliminarmente il cavallo, la sua reattività ed umore, unendo un breve momento di riscaldamento fisiologico della muscolatura del nostro amico e collega.
Si tratta di una serie di giri di campo nella conduzione a mano del cavallo alle due mani, che possono impiegare dai cinque ai quindici minuti e che vengono svolti “a vuoto”, ovvero senza il cavaliere in sella, e prima ancora che il nostro allievo giunga in maneggio per iniziare la sua lezione in sella.
Non è una pratica così comune nei centri equestri del belpaese ma estremamente caldeggiata all’estero, e non importa che si tratti di una “semplice ripresa di ippoterapia”: è una attività preliminare che non è solo riferita alle competizioni (equestri come automobilistiche, forse termine più facilmente accostabile nel pensare alle varie corse ufficiali di moto ed autovetture) importante anche nelle attività quotidiane di allenamento o esercitazione basale.
Cosa c’è di meglio di un momento introduttivo per riscaldare la schiena del cavallo prima della salita in sella del nostro utente, valutando altresì eventuali tensioni emotive dell’animale prima ancora che sopraggiunga il suo cavaliere?
Con il warm up è possibile leggere l’umore del nostro cavallo: se è nervoso (quello che una volta i tedeschi chiamavano stall-feuer, fuoco di scuderia) o se presenta comportamenti inusuali o inadeguati… il pensiero va non solo alla possibilità di valutare se è il caso di girarlo alla corda (attività ben diversa dal warm up finalizzata a farlo scaricare dai bollenti spiriti) oltre che ad un controllo dello stato di salute dell’animale, sia esso riconducibile ad una piccola zoppia, sobbattitura, o criticità dettate da dolori addominali quali coliche ecc…
La ricognizione del campo per il cavallo da ippoterapia
La ricognizione è anche l’occasione per verificare se gli esercizi posizionati in campo all’atto dell’allestimento del setting di intervento sono accettati dall’animale e non gli appaiano pericolosi nell’approccio, una valida occasione per far capire al nostro cavallo che l’eventuale novità non deve essere fonte di timori, e qualora lo sia, è possibile riappianare la situazione con calma e soprattutto senza l’osservazione del nostro utente che potrebbe turbarsi del potenziale comportamento “strano” del suo cavallo.
Qualora il cavallo manifesti timore per la presenza di un oggetto nuovo che lo mette a disagio, esternando quel caratteristico comportamento che evidenzia tensione, attenzione spasmodica verso la fonte del timore ed il tipico rumore breve ma forte dell’aria che passa tra naso e bocca, avremo la possibilità di tranquillizzarlo e fargli capire che non vi sono pericoli attraverso una voce calma e comprensiva, atta a riportarlo alla ragione, ed una serie di carezze che lo rimettano in condizione di tranquillità, magari toccando noi stessi l’oggetto del timore come già suggeriva Senofonte nel primo manuale sull’equitazione di epoca antica.
Non solo oggetti e situazioni nuove all’interno del campo di lavoro: il warm up è importante anche per saggiare eventuali novità e situazioni fuori dalla nostra portata visiva che si manifestano fuori dal maneggio, anche a molti metri di distanza. In questo senso la mimica dell’animale permetterà al tecnico più attento di interpretare ciò che il cavallo ha già percepito e che probabilmente l’accompagnatore umano non ha osservato in quanto più attento al contesto più prossimo all’animale.
La ricognizione del campo ci permetterà altresì di verificare anche il sellaggio e la bardatura del cavallo, che siano state posizionate in modo opportuno e che non evidenzino malesseri da parte del cavallo per una copertina messa male o con “false pieghe” che creano pressioni difficili da tollerare da parte del nostro animale o quant’altro…
Permetterà inoltre di far sgonfiare al meglio il costato del cavallo prima di tirare le cinghie del sottopancia a misura per la salita del cavaliere e, perché no, di “allungare” gli anteriori per evitare possibili fiaccature alla regione delle cinghie.
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