Nelle attività assistite, siano esse di tipo riabilitativo o ludico educative, quando si lavora con utenti che non hanno la necessaria competenza nella guida autonoma, l’assistente di ippoterapia collabora con il tecnico di riferimento attraverso l’importante compito di portare a mano il cavallo, facilitando il servizio alla persona e rendendo il setting di intervento sicuro e piacevole.
Non sempre il cavallo viene bardato con la testiera: in certe situazioni si può lavorare con cavallo condotto con capezza e longhina, eventualmente con l’integrazione delle “redini in capezza”, normalissime redini dotate alla base di moschettoni da collegare facilmente ed all’occorrenza agli anelli laterali e “bassi” della capezza stessa, gli stessi usati per legare il cavallo “ai due venti”.
In genere questa soluzione viene promossa per un maggior rispetto della bocca dell’animale (vedasi il lavoro con soggetti che manifestano azioni a scatto o molto pesanti nella guida con le redini) e certamente non nei casi di guida autonoma.
Quando il cavallo viene montato con testiera ed imboccatura è auspicabile ugualmente la fruizione della capezza sotto la testiera stessa, accorgimento preso in prestito dal mondo del turismo equestre che può risultare molto comodo anche nel nostro ambito di intervento; in questo caso l’assistente potrà condurre l’animale legando la longhina direttamente alla capezza sempre per rispettare la bocca del cavallo e non interferire sulle possibili azioni del cavaliere in sella.
In alcune situazioni e contingenze è necessario portare il cavallo a mano conducendolo direttamente “dalla bocca”, ovvero collegando il moschettone della longhina al filetto.
La situazione da sconsigliarsi in assoluto è quella che prevede l’aggancio del moschettone ad un solo anello del filetto perché la comunicazione tra mano del conduttore e bocca dell’animale è certamente sfalsata e potrebbe infastidire il cavallo in un’azione prevalentemente indirizzata su una sola barra, quindi non distribuita su entrambi i lati della bocca del cavallo.
In ippoterapia alcuni assistenti hanno l’abitudine di portare il cavallo a mano facendo passare la longhina tra un anello e l’altro del filetto direttamente sotto la barbozza dell’animale e mantenendo la corda all’uscita dell’anello del filetto stesso: questa procedura –anch’essa non consigliabile- rischia di creare false e dolorose compressioni tra palato/barre e filetto all’interno della bocca del nostro collega!
Un accorgimento al metodo sopra descritto, che garantisce la piena gestione dell’intera bocca dell’animale garantendo il suo benessere –anche se in certe situazioni di emergenza può rivelarsi potenzialmente pericoloso- consiste sempre nel far passare la longhina all’interno dell’anello di sinistra del filetto, per collegare dalla zona della barbozza il moschettone all’anello destro, ma con la creazione di un “ponte” intorno all’anello sinistro del filetto con una piccola porzione di corda che permetta alla mano destra dell’assistente di lavorare direttamente sotto il mento dell’animale, gestendolo direttamente su entrambe le connessioni labiali.
Parallelamente alla conduzione dalla capezza, la soluzione migliore in assoluto per portare il cavallo a mano durante una ripresa di ippoterapia prevede l’utilizzo di un semplice ausilio, molto comune nel mondo del galoppo e poco utilizzato in equitazione: il ponte o “ciappa”. Questo ovviamente quando l’animale deve indossare solo la testiera o deve essere gestito unicamente dalla bocca per contingenze particolari.
La ciappa è una semplice porzione di “corda”, piatta e non tagliente, lunga circa 25-30 cm dotata ai suoi capi di un moschettone ed un anello nella sua parte mediana, in vendita in tutti i negozi e store equestri, che ha lo scopo di facilitare la conduzione del cavallo senza interferire sulle redini.
Uno strumento veramente economico che unisce funzionalità alla sicurezza ed è così comodo da inserire e staccare dagli anelli del filetto che risulta di facilissimo utilizzo.
Unica attenzione da usarsi nel portare il cavallo a mano con l’ausilio della ciappa è quella di mantenerla sempre in posizione, ovvero sotto il mento dell’animale: il chiedere avanzamento al cavallo “chiamandolo” dalla bocca, invita questo ausilio a posizionarsi sulle labbra dell’animale con conseguente possibilità che il nostro cavallo inizi ad infastidirsi o a giocare mordicchiandolo.
Queste considerazioni rappresentano solo alcuni dei possibili suggerimenti relativi alla conduzione del cavallo nel nostro ambito di intervento sociale: buone pratiche e precauzioni tecniche che devono sempre essere tenute in debita considerazione vista l’importanza del portare il cavallo a mano in ippoterapia.
[…] prossimo articolo parleremo diffusamente dell’importanza del portare il cavallo a mano nel modo più opportuno […]