Il tema riferito alla comunicazione facilitata e autismo indirizza a sviluppare la relazione ed una certa consapevolezza del “qui ed ora” nei soggetti caratterizzati da psicosi più o meno gravi, condizioni patologiche che tendono alla disgregazione dalla realtà ed a creare chiusure relazionali, conseguenti alla percezione della persona di un mondo vissuto come aggressivo e conflittuale.
Il cavallo e l’equitazione integrata possono dare grandi ritorni sotto questi aspetti, soprattutto sul fronte della stimolazione empatica che il contatto diretto col nobile animale naturalmente suggerisce.
La presenza viva ma non eccessivamente propositiva (vissuta da molti ragazzi autistici o, meglio, affetti da disturbo dello spettro autistico, come aggressiva) di un essere vivente dalla grande mole ed infinita pazienza, tende a facilitare la sfera relazionale di ragazzi tipicamente caratterizzati da gravi difficoltà di interazione. Per questo motivo il cavallo è particolarmente indicato per aiutare soggetti autistici a migliorare le loro condizioni di vita e di interazione sociale.
Durante le riprese di equitazione integrata o ippoterapia è frequente da parte dei tecnici promuovere l’attuazione di strategie di comunicazione facilitata che puntino a sostituire, implementare o integrare le abilità espositive verbali e non dei soggetti con disturbo autistico.
La mediazione del cavallo ed il contesto demedicalizzato di maneggio diventano elementi di grande valore per promuovere la comunicazione facilitata nell’autismo. Il supporto nella ricerca dell’organizzazione del pensiero, l’individuazione di semplici o complesse strategie di elaborazione verbale o non verbale per creare comunicazione con il cavallo e, conseguentemente, con gli operatori direttamente coinvolti nelle attività e la ricerca della più elevata competenza comunicativa sono obiettivi che indirizzano il praticante ad essere il più efficace possibile nell’interazione con la realtà e con tutto ciò che lo circonda.
Nel binomio comunicazione facilitata e autismo il cavallo si inserisce perfettamente non solo come facilitatore naturale per una particolare stimolazione empatica ed affettiva. Le attività proposte in sella ed a terra a diretto contatto col cavallo divengono occasione per implementare di tutta una serie di competenze trasversali che portano il cavaliere autistico ad aumentare il proprio livello di consapevolezza e partecipazione, in un programma di lavoro particolarmente appagante perché tocca aspetti quali autostima, auto attivazione e presa in carico di un essere vivente bisognoso di cure e che non giudica.
Gli interventi di comunicazione facilitata nell’autismo utilizzano differenti modalità di approccio e tecniche; in ippoterapia l’aiuto dei tablet ed Ipad hanno permesso di promuovere interessanti proposte finalizzate alla stimolazione relazionale del cavaliere unendo la storia del cavallo alla modernità della tecnologia dei nuovi strumenti digitali.
In questo caso i facilitatori sono due, uno vivo, caloroso e particolarmente empatico, uno freddo, inanimato ma ugualmente strategico, sinergicamente integrati in relazione alle esigenze e “variabili del momento” per il raggiungimento di concreti e duraturi obiettivi.
Il riferimento va al metodo strides® che, nato negli Stati Uniti, in poco tempo ha fornito interessanti spunti di facilitazione in tal senso.
[…] L’ippoterapia è una pratica di supporto all’autismo già in uso da molti anni e dai risultati positivi comprovati. A livello fisico consente di sviluppare la forza fisica, l’equilibrio, la flessibilità e migliora la postura. A livello comportamentale sviluppa la responsabilità e l’indipendenza. Inoltre ha, come ulteriore elemento a proprio vantaggio, la capacità di suscitare emozioni forti in chi la pratica. Ed è qui che si inserisce la funzione del metodo Strides®, unendo il cavallo all’utilizzo delle strumentazioni tecnologiche per facilitare la comunicazione efficace. […]