Quando ci viene chiesto “ a cosa serve l’ippoterapia ? ” rispondiamo che si tratta di una attività che si affianca alle terapie riabilitative tradizionali e che può essere prescritta da un medico in affiancamento alle tecniche più classiche come co-terapia. È destinata a un’ampia fascia di utenza, anche considerando i molteplici benefici psicologici, fisici, relazionali e cognitivi che apporta.
Pur essendo una terapia realizzata per mezzo del cavallo ha relativamente poco a che vedere con l’equitazione sportiva, non fosse che entrambe le attività contemplano la presenza del nobile animale.
Ma a cosa serve l’ippoterapia?
L’ippoterapia è indicata particolarmente a chi è affetto da disturbo autistico, da sindrome di Down, a persone con deficit cognitivi o patologie di carattere neurologico che si evidenziano sul fisico e nella motricità, ad esempio sull’apparato muscolare o scheletrico e fornisce benefici in quanto, a livello fisico, l’ippoterapia -grazie al movimento del cavallo– stimola al movimento in modo dolce: ne beneficiano tutti i distretti muscolari ma in particolare schiena, il bacino e gambe.
La postura migliora e i muscoli si rinforzano e tonificano senza fatica, in un ambiente neutro, quindi demedicalizzato, che deve guardare alla globalità della persona, senza accanirsi unicamente sulla sola componente deficitaria.
Come già descritto in un precedente articolo che risponde alla domanda “a cosa serve l’ippoterapia”, anche l’equilibrio, la capacità di coordinazione, la resistenza fisica, unite al miglioramento delle componenti affettivo relazionali traggono notevoli miglioramenti dall’attività a cavallo.
Questi sono solo alcuni dei punti che descrivono a cosa serve l’ippoterapia.
Le funzioni dell’ippoterapia, però, non si limitano a fornire benefici a livello fisico ma vanno a coinvolgere numerosi altri aspetti. Si tratta di un’attività, infatti, che non si svolge in ospedale ma all’aria aperta: l’ippoterapia permette quindi di godere del relax che suggerisce un ambiente naturale dove ci siano degli animali e dove i suoni e gli odori sono molto diversi da quelli stressanti della città o, comunque, da quelli abituali.
In questo particolare contesto esistono comunque delle regole di sicurezza da rispettare, e a trarne beneficio sono le capacità cognitive, di adattamento comportamentale e di apprendimento nel complesso.
Tra le tante considerazioni che possono essere esposte di fronte alla domanda “a cosa serve l’ippoterapia” un aspetto importante riguarda la socializzazione: nei centri in cui si pratica questa attività ci sono normalmente più persone che condividono l’interesse per il cavallo o, semplicemente, delle problematiche che li spingono a frequentarlo.
Questo permette di incentivare le relazioni in un ambiente informale, partendo dal tema del cavallo per andare oltre e consolidare amicizie e conoscenze!
Il rapporto tra cavallo e persona disabile è sempre mediato da tecnici, psicologi, fisioterapisti o medici, i quali svolgono la funzione di facilitare e gestire la relazione tra i due, rendendola funzionale e stabilendone gli obiettivi da perseguire.
Si impara a gestire efficacemente le relazioni interpersonali e a verbalizzare i propri vissuti ed emozioni senza sentirsi giudicati, ma al contrario, incentivati nell’esprimersi e nel facilitare quel senso di proattività che dovrebbe essere replicato fuori dal contesto di maneggio.
In aggiunta a tutto questo l’ippoterapia serve a responsabilizzare, per aspetti più o meno rilevanti, ma pur sempre significativi, coloro che la praticano, e il tutto in un ambiente protetto. Il cavallo infatti ha delle esigenze, dettate dall’ovvio fatto che sia un essere vivente che merita attenzioni.
Chi pratica ippoterapia ha dunque l’occasione per imparare a pulirlo, a nutrirlo… Queste attività di cura e presa in carico del cavallo hanno sempre degli effetti molto positivi e benefici in materia di autostima, autoattivazione, interattività e piacere: vanno inoltre a consolidare un legame affettivo tra animale e persona, la quale scopre impara ad apprezzare quanto il cavallo possa avere bisogno delle sue attenzioni.
L’ippoterapia serve dunque a sviluppare l’autostima di chi ci si accosta, perché permette di sentirsi utili ed apprezzati, indispensabili per il benessere dell’amico cavallo. Inoltre prendersi cura di un animale così grande, spesso vissuto come “irraggiungibile” è qualcosa che fa quasi sentire privilegiati, e di certo non emarginati come può capitare divenire percepiti nel quotidiano.
Naturalmente non tutti i cavalli sono adatti all’ippoterapia: vengono adoperati per tale attività degli animali con un buon equilibrio, docili, affidabili. Contemporaneamente è importante che abbiano dei movimenti fluidi e regolari per garantire un’attività fisica corretta.
Le attività che si svolgono nella pratica dell’ippoterapia non sono sempre le stesse e sono le più svariate: le fasi differenti fasi dell’ippoterapia vengono coordinate in base alle specifiche necessità delle persone, alle loro esigenze e possibilità psico-fisiche.
Ci sono fasi che non prevedono il montare a cavallo ma che sono totalmente realizzate da terra, ugualmente utili, generalmente introduttive, certamente complementari (ed alcune volte alternative) alle attività in sella.
Il tutto sempre proposto secondo obiettivi individualizzati al bisogno e caratteristiche soggettive della persona e secondo modalità di approccio che non devono mai imporre, ma accogliere ed accompagnare il cavaliere ad esperienze positive e motivanti!
Ancora nessun commento