Tutti, anche chi non ne ha mai sfiorato uno, sanno com’è fatto un cavallo.
Pochissimi, anche se chiunque prima o poi ne ha avuto bisogno, conoscono com’è fatta una polizza assicurativa.

Se questo probabilmente dipende dal fatto che non si vedrà mai una polizza assicurativa esibirsi al circo o in un film western, è vero anche che in molti casi è indispensabile saper leggere e comprendere un contratto di polizza.

Specialmente chi è alle prese con l’avvio di una nuova attività in campo equestre, presto o tardi dovrà individuare una copertura assicurativa che possa tutelare i potenziali rischi riconducibili alla sua attività di maneggio per tutelare non solo se stesso ma anche animali, cose ed utenti (soprattutto se deboli) che fruiranno di un nostro servizio o consulenza.

Con questo spunto vorremmo condividere alcune conoscenze utili per capire come valutare e scegliere l’assicurazione per ippoterapia più adatta a chi desidera lavorare con i cavalli e nel campo dell’equitazione per disabili.

L’anatomia di una polizza di assicurazione per ippoterapia.

Le diverse sezioni di un contratto di assicurazioneUna polizza, o contratto di assicurazione, si compone di tre parti: il frontespizio di polizza, le Condizioni Generali di Assicurazione (CGA) e gli allegati di polizza.

La prima pagina si chiama “frontespizio di polizza” e presenta dati di carattere generale:

  • numero della polizza;
  • dati anagrafici del contraente: ragione sociale, codice fiscale, sede legale;
  • data di decorrenza e data di scadenza, che solitamente abbracciano un periodo di un anno;
  • premio, ovvero il “prezzo” della polizza, indicato con l’importo netto e l’importo lordo.

Queste informazioni identificano semplicemente gli estremi del contratto, e non dicono nulla né sul tipo di polizza, né sulla sua qualità.

Sono le Condizioni Generali di Assicurazione che identificano il tipo di copertura: riportano nel dettaglio le garanzie prestate, le esclusioni, i limiti, i riferimenti al codice civile, gli obblighi del contraente, i termini per disdire il contratto e altri dati di questo tipo.

Qui si affronta un primo apparente punto critico, perché talvolta le Condizioni Generali di Assicurazione sembrano escludere proprio quei casi che vorreste assicurare. Nel caso per esempio della quasi totalità delle polizze infortuni, nelle loro CGA c’è un articolo che recita all’incirca così:

“Persone non assicurabili: Non sono assicurabili, indipendentemente dalla concreta valutazione dello stato di salute, le persone affette da alcoolismo, tossicodipendenza o dalle seguenti infermità mentali: sindromi organiche cerebrali, schizofrenia, forme maniacodepressive o stati paranoidi. Di conseguenza l’assicurazione cessa al manifestarsi di tali affezioni.”

In termini pratici, queste condizioni escludono dalla copertura i soggetti diversamente abili…

Simile è anche il caso della polizza RC (responsabilità civile), che di norma non considera “terzo” una figura come quella del volontario in ippoterapia (e quindi non lo considera avente diritto a un risarcimento a seguito di una richiesta danni).
Per includere questi soggetti nella copertura sono quindi necessarie deroghe e/o condizioni particolari che modifichino l’articolo delle C.G.A. Queste sono dettagliate negli allegati di polizza.

Gli allegati di polizza illustrano nel dettaglio le condizioni che si applicheranno al vostro caso se dovesse verificarsi un sinistro. Sono le informazioni necessarie per capire se la polizza ha un buon rapporto costi/benefici:

  • massimale, ovvero il tetto di massimo risarcimento;
  • somme assicurate, cioè il capitale in base al quale verrà liquidato il sinistro;
  • franchigia, cioè la soglia al di sotto della quale non c’è nessun rimborso;
  • estensioni di garanzia

Gli allegati di polizza fanno sempre riferimento alle Condizioni Generali di Assicurazione, quindi è importante esaminare l’intero documento prima di prendere una decisione.

Conclusioni:

Naturalmente per ogni contratto esistono diversi livelli di complessità, e l’argomento è senz’altro meno appassionante rispetto alla disciplina equestre o ai principi che muovono l’equitazione integrata® o la tradizionale ippoterapia.

Rimane tuttavia molto importante capire quali sono i potenziali rischi collegati alla nostra attività. Per farlo, è una buona pratica affidarsi a un consulente professionista specializzato nel settore, che sappia valutare (e magari suggerire) con cognizione di causa le necessità vostre, del vostro team di lavoro e del maneggio dove si svolge l’attività in oggetto.

Da sottolineare soprattutto quando si parla di assicurazioni per ippoterapia: la polizza ideale per un vostro amico o collega potrebbe non essere la soluzione adatta al vostro caso!

Ecco perché molte delle coperture assicurative promosse dai grandi Enti ed Organizzazioni spesso sono buone nel bilancio costi/benefici ma debbono essere valutate con estrema attenzione in ragione delle specifiche peculiarità ed esigenze che purtroppo o per fortuna (complici i grandi numeri ed il cercare di venire incontro alle esigenze più disparate) non possono contemplare le soggettive richieste o gradi di esposizione al rischio che ognuno manifesta o aspira ad ottenere.

In questo senso una copertura assicurativa di tipo privatistico potrebbe rivelarsi una valida alternativa o integrazione a ciò che già abbiamo in essere. Ma di questo parleremo nel prossimo articolo.

Giacomo Chiani
Consulente Assicurativo EQUITABILE®