Una volta ottenuti i titoli necessari per iniziare a lavorare a pieno titolo nel campo dell’Equitazione Integrata®, sia esso indirizzato all’area educativa, ricreativa o della rieducazione equestre vera e propria (come l’ippoterapia), si rivela indispensabile definire l’aspetto organizzativo pratico per ottemperare al meglio le relazioni contrattuali (burocratiche ed amministrative) nei confronti dei terzi, siano essi gli utenti finali oppure i fornitori.
Sebbene alcuni preferiscano collaborare con realtà equestri già esistenti (come associazioni presenti sul territorio, cooperative sociali o sodalizi operanti nel campo della promozione sociale/volontariato), sempre più spesso si assiste alla volontà di aprire un maneggio, senza dover dipendere da altre organizzazioni.
I “normali” centri ippici in genere non risultano particolarmente disponibili nello sviluppo di servizi volti al Sociale o sono poco motivati nel promuoverlo soprattutto perchè impegnati in altri fronti e con differenti obiettivi.
Premesso che ipotizzare l’apertura di una partita iva in questo specifico campo è sconsigliato in quanto è difficilmente realizzabile sostenere il carico fiscale mantenendo prezzi abbordabili per l’utente finale, nelle fasi preliminari allo start-up, proprio durante la stesura del business plan è fondamentale definire quale tipologia di forma giuridica adottare: valutati rischi/benefici nella stragrande maggioranza dei casi ci si indirizza verso la costituzione di una associazione sportiva dilettantistica.
Ma cos’è un’associazione?
E’ una forma giuridica con cui un gruppo di persone può perseguire uno scopo ben preciso e socialmente utile; è quindi il risultato di un accordo (contratto) fra più individui che –appunto- si associano unendo le personali risorse -umane, economiche o di competenza- per intraprendere un percorso in comune.
Può essere costituita da almeno tre persone tramite atto pubblico o scrittura privata.
In genere si opta verso questo tipo di scelta perché estremamente semplificata sul fronte della gestione del regime fiscale e della tenuta delle scritture contabili, con buone agevolazioni in materia di tassazione (anche se il rovescio della medaglia di tutti questi benefit sta nel non poter scaricare l’IVA).
Inoltre -nello specifico di una Associazione Sportiva- l’iscrizione al Registro del CONI permette ulteriori semplificazioni e riconoscimenti come, ad esempio la detassazione per i Tecnici che, fino a € 7500 , non subiscono alcuna trattenuta IRPEF.
Cosa fare per creare un’associazione?
Innanzitutto è da sfatare una falsa credenza: per dar vita ad una associazione non è obbligatorio aprire un maneggio proprio o un centro ippico (di proprietà o in gestione); le attività assistite e referenziali dove il cavallo può essere di supporto (ippoterapia, sport integrato o equitazione nel Terzo Settore) possono venire svolte presso una sede specifica -quindi il proprio maneggio ad esempio- oppure su differenti sedi operative non obbligatoriamente di proprietà.
La prima cosa è redigere un Atto Costitutivo, nel quale viene indicato:
- Il nome del sodalizio (obbligatorio indicare insieme alla stessa anche la finalità sportiva dilettantistica);
- Dove e quando l’associazione viene costituita;
- Chi sono i Soci fondatori;
- Chi sono i primi componenti degli organi di controllo dell’associazione;
- Lo Statuto dell’associazione, che deve essere allegato all’Atto Costitutivo stesso.
Il passo successivo, per poter operare nel rispetto delle leggi nazionali, è quello di rendere noto al Pubblico l’esistenza di questa nuova realtà.
I modi per ottemperare a questa importante azione sono differenti anche se il più comune risulta la scrittura privata registrata: il legale rappresentante della neo-costituita associazione con una procedura semplice e particolarmente economica (in quanto non richiede la prestazione di un notaio) deposita l’atto costitutivo presso l’Ufficio del Registro competente per territorio.
Parallelamente dovrà aprire la posizione fiscale dell’associazione presso l’Ufficio territoriale dell’Agenzia delle Entrate: l’ottenimento del codice fiscale indispensabile per la gestione amministrativa e contabile.
Lo Statuto si accompagna all’atto costitutivo ed è il documento che ne regola la vita ed il funzionamento.
La modalità della sua stesura è semplice sebbene possa rivelarsi importante il supporto di un consulente esperto per rendere questo atto il più adattabile alle esigenze che nel tempo potranno rivelarsi necessarie per le future attività del sodalizio associativo.
E’ fondamentale elencare nello statuto una serie di accorgimenti che possano rivelarsi sufficientemente chiari –ma generici– per non trovarsi nella antipatica situazione di dover effettuare successive modifiche, possibili ma impegnative perché prevedono un iter burocratico particolare (presso gli uffici pubblici appositi e con esborso di nuove marche da bollo…).
Se in aggiunta si intende ottenere il riconoscimento del CONI, divenendo così Associazione Sportiva Dilettantistica (A.S.D.) è obbligatorio menzionare alcuni elementi obbligatori per concludere positivamente l’apposita procedura (es. reinvestimento degli utili, gli organi dirigenti non possono percepire compensi dall’associazione stessa).
Inoltre, poiché ogni realtà è costituita da persone -i soci- questi vengono definiti nelle loro qualifiche, diritti e doveri nei confronti dell’associazione stessa.
Non essendo oggettivamente possibile una gestione assembleare (non si può convocare una riunione per ogni singola decisione da prendersi), vengono definiti gli organi sociali attraverso i quali, mediante un meccanismo di delega, i soci garantiscono il funzionamento pratico dell’associazione.
Infine vengono descritte le modalità di gestione del patrimonio e delle entrate, nonché le modalità di eventuale scioglimento dell’associazione e conseguente liquidazione dei beni.
Per un corretto funzionamento di un’associazione sono indispensabili i seguenti organi sociali:
- – L’assemblea dei soci: è l’organo principale dell’associazione, cui tutti i soci hanno diritto di partecipare. L’assemblea ha competenze che non possono essere delegate ad altri organi: ad esempio la nomina e la revoca degli amministratori, la modifica dello statuto, l’approvazione del bilancio consuntivo annuale, l’eventuale scioglimento anticipato dell’associazione.
- – Il Consiglio Direttivo: composto dal Presidente (che è anche il legale rappresentante), almeno un Consigliere (che può svolgere anche le mansioni di segretario) ed un Vicepresidente; il numero dei suoi componenti non può essere inferiore alle 3 unità per assicurare i principi di pluralità e di democraticità.
Una volta completate queste procedure ed ottenute le relative vidimazioni del caso è possibile iniziare a proporsi al pubblico; tutti coloro che aderiranno alle iniziative dell’Associazione diverranno soci effettivi e potranno fruire dei servizi dell’associazione stessa.
Aspetto fondamentale è quello di avere una copertura assicurativa valida che possa garantire non solo il Centro, ma anche i soci praticanti: consigliamo di rientrare nella sfera di influenza del CONI, non solo per le agevolazioni fiscali e burocratiche insite nell’iscrizione al suo Registro, ma per fruire di coperture assicurative particolarmente concorrenziali.
E’ da sottolineare che l’aspetto burocratico non termina con la nascita ed il riconoscimento dell’associazione: l’ordinaria gestione amministrativa e contabile, sebbene semplificata è da gestire con regolarita e prevede obblighi specifici (libro banca, libro cassa, libro soci, libro dei verbali) che saranno materia di future trattazioni. L’aprire un maneggio finalizzato alle più disparate attività prevede ulteriori impegni -non da ultimo quello economico- che obbligano il futuro imprenditore sportivo a ponderare molto bene il passo da compiere.
Questi importanti aspetti non vogliono scoraggiare ad avviare una realtà associativa: l’adesione ad EQUITABILE® garantisce un sicuro start up ed un supporto specifico nell’ottimizzare le diverse incombenze di tipo gestionale ed amministrativo.
E’ importante inoltre che la motivazione e la passione vengano sostenute e perpetuate dal normale impegno e dalle competenze trasversali che dovrebbero fare la forza dell’associazione stessa, dove ognuno si impegna per dare il suo contributo ad un fine comune.
“La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.”
-G. Gaber–
iniziativa lodabilissima quella di aiutare le nostre burocrazie con una pagina dedicata sul sito. sarà utile al confronto e al movimento di appartenenza. amplissimi complimenti.
[…] una buona assicurazione è forse la cosa più saggia che si debba fare quando si fonda una Associazione Sportiva che preveda attività di maneggio, quando si inizi la carriera di tecnico equestre o, […]
[…] ad iniziative di questo tipo che vedono la partecipazione di più soggetti che si uniscono per creare un’associazione che abbia l’obiettivo di sviluppare benessere ed inclusione attraverso il cavallo mediante azioni […]
Visti i verbali della Guardia di Finanza mi sembra estremamente rischioso lasciare intendere che si possa sgegliere di costituire una Asd quale strumento giuridico idoneo a svolgere attività commerciali atto a contenere la tassazione ed ottenere agevolazioni fiscali. Tra le altre cose l’iscrizione al CONI è obbligatoria, non consigliabile, per ottenere i benefici previsti.
Salve!
Innanzitutto grazie per l’appunto e per l’occasione di confronto su una materia difficile e spesso contrastante; se desidera fornire maggiori chiarimenti (ci sembra che ne capisca della materia) il sito è aperto ad ulteriori spunti e suggerimenti per i nostri lettori.
Se lo scritto lascia intendere che attraverso una associazione si possano trovare “scappatoie facili” abbiamo certamente espresso male il nostro pensiero, partendo sempre dal presupposto che le attività statutarie di una ASD (già l’acronimo ASD concatena univocalmente l’obbligatorietà di essere in ambito CONI tramite apposito registro), approvate in sede di adesione agli Enti di Promozione Sportiva o Federazioni Sportive Nazionali CONI e in linea con le disposizioni di legge rientrano nelle attività non commerciali quando rivolte ai soli soci.
Sarebbe inoltre “tollerata”una minima percentuale di attività commerciale -per la quale ovviamente devono essere pagate le tasse, con buona pace del Governo- che devono comunque avere carattere di occasionalità e su cifre irrisorie.
Rispetto alle agevolazioni fiscali e per le imposte (attraverso il regime agevolato) per le ASD è indiscusso che queste siano il fondamentale elemento di attrazione -rispetto alla tradizionale partita IVA- per intraprendere una attività sportiva che di per sè non ha grandi margini di guadagno, che è di tipo amatoriale e che, se promossa come attività commerciale srl, sas ecc. affonderebbe prima ancora di iniziare la sua avventura.
Per inciso, pensare di guadagnare con i cavalli è un’utopia…
Suggeriamo ai nostri lettori di visionare dello specifico documento dell’Agenzia delle Entrate (http://www.pogas.it/cms-upload/fisco-e-sport-per-sito.pdf) nella speranza che, se ci fossero novità in merito, ognuno contribuisca a diffondere eventuali nuovi pronunciamenti per i quali esistono sempre i commercialisti (alcuni sono specializzati nello sport-dilettantistico) e che danno risposte certamente più complete di noi!
Un saluto
[…] in un precedente articolo abbiamo toccato il tema di come aprire una associazione, chi coinvolgere per portare avanti l’idea associazionistica, come creare uno statuto e come […]