Una delle prime tappe utili per lo sviluppo relazionale tra il persona disabile, animale ed operatore operatore tecnico (triade relazionale) è l’attività del grooming del cavallo.
Con questo termine si intende, in etologia, la pulizia del mantello o della pelle che molti mammiferi compiono in natura sul proprio corpo o su quello di altri individui della stessa specie.
Questo atto assume nel mondo animale anche un significato di consolidamento dei legami e riaffermazione delle gerarchie.
In riabilitazione equestre come in equitazione integrata®, il grooming del cavallo ha un significato molto importante in quanto si rivela capace di sviluppare, ad un primo approccio, la relazione della triade sopra citata.
L’attività di grooming del cavallo viene proposta al soggetto disabile come fase di conoscenza dell’animale: l’operatore assume una posizione di rinforzo, supportando il soggetto ad esprimere, attraverso i movimenti della pulizia del manto o dei crini del cavallo, le proprie capacità.
Attraverso questo primo contatto, l’animale stesso è in grado di capire se il soggetto disabile sia disposto alla relazione, mentre il soggetto in questa fase sviluppa la propria autostima, le proprie capacità motorie, intellettive e relazionali.
L’operatore/educatore, osservando la situazione che si viene a creare in questo setting sarà in grado di sollecitare opportunamente il soggetto attraverso stimoli positivi avvalendosi anche, se necessario, dell’aiuto del gruppo di lavoro.
Infatti, nel caso in cui il soggetto disabile dimostri di non essere ancora pronto ad un contatto relazionale con l’animale, ci si rivolgerà ad altri componenti del gruppo più propensi a questo tipo di attività affinché facilitino l’avvicinamento all’animale del soggetto in questione.
Le fasi del grooming del cavallo
Il grooming del cavallo si avvale di un setting molto preciso: ad ogni animale viene associato un colore o un simbolo (anche in rilievo per i non vedenti), il beauty contenente le spazzole sarà dello stesso colore.
Una volta accompagnato il bambino a prendere il proprio beauty questo viene appoggiato accanto all’animale che sarà legato in sicurezza nel luogo dedicato all’attività.
Il bambino, sempre a lato dell’animale per garantire ampi margini di sicurezza, inizierà l’operazione del grooming del cavallo con le apposite spazzole. Una volta terminata la pulizia, il beauty viene lasciato a disposizione perché dopo l’attività a cavallo può essere riutilizzato.
Ho avuto modo di mettere in pratica gli aspetti teorici sopra descritti durante la mia esperienza lavorativa come educatrice a contatto con la realtà di soggetti caratterizzati da disturbo dello spettro autistico, lavorando con un ragazzo di 16 anni all’interno di un centro equestre.
La proposta di partecipazione a questa attività, prevista una volta a settimana, è stata avanzata dalla famiglia del suddetto ragazzo e concordata in concomitanza con il Servizio Sanitario del posto, il quale ha in carico e segue il minore dall’anno 2012.
Al centro equestre il lavoro è stato suddiviso in diverse fasi: nella prima giornata si è partiti con la conoscenza tra operatore, ragazzo e genitori per passare poi, in un secondo momento, alla visita dell’ambiente equestre.
Dal secondo incontro in poi l’operatore, insieme al ragazzo, accompagnato dall’educatrice, si è dedicato a predisporre un’interazione positiva ed efficace tra ragazzo ed animale, partendo da una fase di avvicinamento.
Al soggetto, solitamente contraddistinto da un carattere esuberante, è stato spiegato l’approccio e le giuste modalità da tenere nel momento in cui si sarebbe trovato a contatto con il cavallo (mantenere le giuste distanze, non correre, mantenere un tono di voce adeguato).
Nel momento in cui è stato portato per la prima volta nella scuderia a conoscere la cavalla con la quale avrebbe dovuto relazionarsi, il bambino si è mostrato da subito interessato e propositivo nel volerla conoscere e nel voler approcciarsi ad essa. Dopo questo passaggio, è stato possibile iniziare a svolgere l’attività vera e propria di grooming del cavallo.
Al ragazzo, come prima cosa, è stato presentato il beauty contenente le spazzole (striglia, bruscone, brusca) e il materiale necessario per eseguire la pulizia del cavallo.
La prima volta che il ragazzo si è trovato a compiere l’azione della pulizia, è stato affiancato ed aiutato dall’operatore, il quale gli ha insegnato l’ordine di utilizzo delle spazzole e tutti i movimenti esatti da compiere in successione.
In quanto il ragazzo inizialmente presentava alcune difficoltà nell’utilizzo delle spazzole, gli è stato permesso di scegliere quella che più preferiva utilizzare e così, con i giusti stimoli positivi da parte dell’educatrice e dell’operatore, è riuscito a svolgere autonomamente l’attività.
Grazie a questo approccio, alla professionalità e alla preparazione dell’operatore e all’ordine preciso in cui si sono svolte le attività, il ragazzo ha avuto importanti miglioramenti dal punto di vista motorio e relazionale.
Nel primo caso il soggetto ha riportato miglioramenti nella presa e nei movimenti che si compiono con le spazzole, nel secondo caso ha invece instaurato un buon rapporto con l’animale e con l’operatore, riuscendo a sviluppare le sue capacità inter-relazionali anche all’esterno dell’attività di riabilitazione equestre.
Grazie a questa esperienza, ho potuto riscontrare direttamente l’importanza del grooming del cavallo e tutti i benefici collegati ad esso e, in generale, alle attività a terra.
Iris Berni
Educatrice Professionale e Tecnico di Equitazione Integrata® EQUITABILE®
BUONGIORNO. HO LETTO DIVERSI ARTICOLI A RIGUARDO E LI HO TROVATI DAVVERO INTERESSANTI.
STO PREPARANDO LA TESI SUGLI EFFETTI DELL’IPPOTERAPIA IN UNA PARTICOLARE FORMA DI DISABILITA’.
NON NEGO, CHE MI FAREBBE DAVVERO PIACERE SAPERNE ANCORA DI PIU’ , DANDO LA MIA DISPONIBILITA’ AD ESSERE CONTATTATA TRAMITE E-MAIL
GRAZIE
CORDIALI SALUTI