Il professionista che è chiamato a realizzare un progetto di mediazione equestre in chiave interculturale non ha solo l’onere di individuare una serie di interventi da proporre all’utenza che gli viene affidata sulla base di obiettivi più o meno dichiarati dall’Ente inviante; egli deve diventare un facilitatore di esperienze positive ed efficaci per l’abbattimento di pregiudizi e per la risoluzione di conflitti più o meno latenti all’interno del gruppo.
Il tema equestre e le attività promosse in struttura (scuola, servizi territoriali o Centri di Aggregazione Giovanile) o in maneggio sono il volano che attrare l’interesse dei partecipanti e li attiva direttamente ma non è il cuore del mandato educativo del mediatore.
E’ importante dunque definire i principi di qualsiasi approccio di mediazione equestre in ambiente interculturale. Da questi sarà possibile progettare un intervento strutturato, finalizzato al raggiungimento di obiettivi facilmente misurabili.
Confidenza e Rispetto
Costruire la confidenza è importante allo scopo di raggiungere quell’apertura necessaria per un reciproco processo di accoglienza. Per arrivare all’accettazione e alla comprensione reciproca, ciascuno si dovrebbe sentire tranquillo a:
• Mostrare diversi punti di vista
• Mostrare diversi sentimenti e percezioni
Questo richiede molta pazienza e sensibilità al fine di creare un’atmosfera di lavoro che crei le condizioni per essere in grado di sentire, le opinioni ed i sentimenti l’uno dell’altro e per promuovere confidenza con sé stessi e reciproca fiducia negli altri.
Per fare questo è necessario:
• Dare spazio alle espressioni di tutti
• Dare valore a tutte le esperienze, i talenti ed i contributi
• Discutere apertamente dei nostri bisogni e delle nostre aspettative
Identità come esperienza di vita
Il punto di partenza per questi progetti di mediazione equestre è la propria personale cultura, ovvero il soggettivo bagaglio personale e l’esperienza che ognuno ha acquisito nel tempo. In questo si potranno incontrare opportunità ma anche ostacoli. Noi tutti abbiamo una realtà personale che ci ha formati e con la quale continueremo a vivere, e che arricchiremo con nuove conoscenze ed esperienze; provare a capire noi stessi e la nostra identità è il prerequisito per incontrare gli altri e dare inizio ad un cambiamento significativo.
La realtà come Costruzione
Ci sono molti modi per leggere e discernere la realtà. In un processo di scambio interculturale il singolo diventa progressivamente conscio dei differenti modi con cui ognuno costruisce il proprio mondo. Spesso le situazioni, il tempo e lo spazio possono essere percepite in modo estremamente differente da cultura a cultura. Tutti noi viviamo in un mondo dove veniamo influenzati dalla vita e dalle relazioni con gli altri; il personale processo di accoglienza delle diversità dovrebbe essere guidato dai seguenti principi:
• Avendo rispetto per la libertà personale e decisionale
• Accettando gli altri punti di vista anche in termini di lavori
• Cercando riconciliazione dei diversi punti di vista
• Essendo consci delle proprie responsabilità personali nel processo.
Le differenze nella percezione persisteranno, ma potranno venire usate in modo costruttivo. Il cambiamento comporta l’operare con diversi punti di vista.
Dialogando con l’Altro
Il percorso di sensibilizzazione all’interculturalità dovrebbe essere promosso come un processo verso l’”altro”, inteso come vero cuore della comprensione stessa; comincia con il dialogo e prosegue con il mettersi in discussione. E’ un lavoro che cambia la percezione del sé e dell’altro come diverso, apre la possibilità di considerare la prospettiva altrui senza però conformarsi. Questo può permettere di provare esperienze solidali e stimolare alla co-operazione.
Costante Cambiamento e Domande da porsi
L’esperienza in area interculturale è sostenuta da un costante cambiamento, non si basa su stage, ma su strategie differenti ed individualizzate, mette d’accordo e fa fronte alle diversità in un percorso dinamico e interattivo. In questo processo si deve accettare di non avere a disposizione risposte “preconfezionate” e che vi è un bisogno di apertura per essere in costante ricerca ed accoglienza del cambiamento. La curiosità è importante e sono richieste nuove percezioni (creatività). Bisogna essere preparati a:
• Prendere le distanze dalle vecchie credenze, tradizioni ed idee
• Affrontare domande ed ipotesi, idee e stereotipi
La Potenzialità del Conflitto
Se teniamo conto delle diversità di percezione che hanno le diverse culture nel tempo, spazio, relazioni sociali, personali… appare evidente che i conflitti sono talvolta nel cuore dell’incontro tra diverse culture. I conflitti non hanno necessariamente una soluzione, ma debbono necessariamente essere espressi. Un ambiente che crea le condizioni per una propria confidenza e reciproca fiducia, dovrebbe anche essere un ambiente dove la gente si sente tranquilla ad esprimere:
• Le loro insicurezze
• I loro dubbi
• Le loro incomprensioni
• Le loro frustrazioni
• Le loro cattive sensazioni
Le varie espressioni dell’identità e lo sforzo di valorizzare le differenze sono aspetti di cambiamento di questo processo. La diversità può essere vissuta come arricchimento ed aiuto verso nuove forme di relazione e di soluzione al fine di provare a sbloccare gli elementi costruttivi e le opportunità di conflitto.
Conclusioni
I progetti di mediazione equestre in area interculturale mirano ad un processo molto profondo nel cambiamento di atteggiamenti e comportamenti. Essi implicano il mettersi d’accordo il più delle volte con forze invisibili che possono portare tensioni; è un processo di scoperta che prevede grande impegno e messa in discussione di sé stessi da entrambe le parti. Indica rischi e tentazioni, ma anche opportunità e soluzioni. E’ una questione di scoperta del giusto equilibrio tra il cambiamento di ciò che siamo (muovendoci lontano dalle nostre supposizioni) ed il rispetto delle nostre differenze dall’altro come elementi di oggettiva realtà.
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