Mi chiamo Lucy ho 25 anni e sono operatore tecnico 1° livello EQUITABILE® dal 2013. Con questo mio articolo desidero farvi conoscere la mia esperienza da migrante in un continente lontano e magico, dove ho potuto dare continuità alla mia passione per i cavalli e verso il Sociale, attività che tutt’ora svolgo come volontaria nella mia “seconda casa”: l’Australia!
Ho sempre amato i cavalli ed il mondo dei bambini disabili, così nel 2012 scoprii il mondo dell’ippoterapia che unisce queste mie grandi passioni, ed iniziai il mio percorso formativo con EQUITABILE® partendo dal corso “mediatore equestre” per poi entrare nel circuito dell’equitazione integrata.
In quei tempi lavoravo in un ristorante in provincia di Milano dalle dieci alle dodici ore al giorno; vivevo da sola e tra una cosa e l’altra cercavo di trovare il tempo per studiare, montare a cavallo e dedicare il mio unico giorno libero facendo tirocinio al maneggio più vicino casa che svolge attività di riabilitazione.
Mi innamorai sempre di più di questo mondo, dei ragazzi, del volontariato al punto da essere ormai indispensabile nella mia vita.
Nel marzo 2014 presi la decisione di partire per l’Australia. Non parlavo inglese ed i primi due mesi fu dura, mi sentivo un pesce fuor d’acqua e in più non ero più coinvolta nelle mie passioni e mi mancava tutto… Così mi misi su internet alla ricerca delle attività di riabilitazione equestre a Melbourne e trovai RDA Riding for the disabled Association of Australia.
In questo Continente così lontano da “casa” i maneggi non si trovano in città ma fuori e particolarmente lontani dai centri abitati; si trovano in spazi enormi e -spesso- non collegati con i mezzi pubblici. Non parlavo ancora inglese ma era indispensabile andare alla scoperta di questo mondo, il mio mondo!
Mi misi in cammino e giunsi alla stazione più vicina, grazie ad un’apposita “App” del mio smartphone feci arrivare un taxi che mi porto finalmente al centro RDA Oackland.
Mi guardarano tutti in modo strano e si chiesero tutti chi fosse questa strana tipa che arriva in maneggio in taxi. Cercai di farmi capire e mostrai la foto dei miei brevetti, che pur non validi perché in italiano, capirono di cosa si trattasse grazie alla comune adesione agli organi internazionali EAHAE e Federation of riding for the disabled International.
Finalmente arrivò la mamma italiana di una delle ragazze volontarie che mi fece da traduttore nell’interazione con i responsabili del centro e mi spiegò che per fare volontariato e lavorare con i minori avevo bisogno di registrarmi e di fare un documento “Check working with children” e che fino all ottenimento di esso non avrei potuto avvicinarmi ai ragazzi ma aiutare solo nel lavoro groom con i cavalli.
Inizia subito con la richiesta del documento e iniziai comunque ad andare in maneggio per osservare e -perché no?- imparare anche l’inglese. Ero curiosa e guardavo tutto come se fosse un mondo nuovo per me: spazi enormi, passeggiate nel verde immenso alla ricerca dei canguri, passando per campi da cross meravigliosi e naturali, piccoli laghetti dove fermarsi e far bere i cavalli, un mondo meraviglioso dove i ragazzi si rilassano e scoprono la natura insieme al cavallo.
Ottenuto il documento iniziai a lavorare in campo, a poco a poco iniziai a capire e loro mi hanno sempre aiutato parlando piano e chiaro.
Al mattino si arrivava presto e c’era chi preparava il campo e chi andava a recuperare i cavalli liberi nei prati enormi: non dimenticherò mai la mattina che mentre il sole sorgeva vidi la mamma canguro allattare il piccolo cangurino.
Solitamente il campo veniva fatto con percorsi con ostacolini e barriere a terra dal numero uno al numero dieci, ogni numero un’immagine con relativo numero di qualche animale, qualche ragazzo era incuriosito dalla mia italianità e ci divertivamo a ripetere i numeri e il nome dell’animale in inglese e in italiano in modo che io imparassi inglese e loro la nostra bella lingua.
A volte i percorsi erano composti anche da giochi come il polo o le buche della posta dove loro dovevano prendere la posta e rispedirla nell’altra buca. Dopo circa 30 minuti di lavoro in campo via con la super passeggiata, e al ritorno lavori di “up and down”, salite e discese naturali o una pedana di legno parelli dove salgono su fermi e poi di nuovo giù. I ragazzi si rilassano molto e si divertono.
Altra cosa curiosa le selle, nere morbide e comode, senza maniglione e con gancio per gli staffili che “metti e togli”, già pronti ordinati per misura con un relativo colore Small, Medium e Large. Per i più piccoli per monta su un pony con sottosella da monta americana e un fascione con un cuscino morbido e due maniglie morbide dove il bambino si appoggia e si tiene con i due relativi volontari ai fianchi.
Beh che dire potrei stare ore qui a parlare delle infinite cose che ho scoperto e imparato, ma ciò che più mi ha colpito è che queste attività non sono a pagamento ma bensì libere donazioni da parte di privati e piccole e grandi realtà dell’imprenditoria locale (la cultura delle donazioni -e relative agevolazioni fiscali- è molto sentita all’estero!), inoltre i disabili sono molto tutelati e aiutati, ed i cavalli molto amati e rispettati.
Benvenuti in Australia dove non importa se sei disabile, nero, bianco, musulmano, cristiano, povero, ricco, vestito bene: un luogo dove siamo tutti uguali ed un’unica famiglia.
Benvenuti in Australia, “The place to be!”
Lucy Crifò
Operatrice di Equitazione Integrata EQUITABILE®
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