Equitazione Integrata® è sinonimo di inclusione attraverso il cavallo. Questo è l’intimo fondamento della mission di EQUITABILE® e della sua azione nel Terzo Settore attraverso l’interazione con l’alterità animale e le conseguenti referenze che ne possono scaturire in una relazione empatica, affettiva, “normalizzante”, che invita la Persona al massimo grado di abilità espressa in un contesto ricreativo ma dalla forte polarizzazione educativa.
Ecco perché queste azioni sono alla base di una naturale evoluzione alla riabilitazione equestre, distinguendoci a priori dalla tradizionale ippoterapia che verte su differenti presupposti, obiettivi e metodologie operative.
Chi opera nel Sociale ha sempre vivo l’obiettivo di creare comunicazione (etimologicamente mettere in comune) tra le diversità; noi che lavoriamo nell’Equitazione Integrata partiamo dalle stesse fondamenta culturali per svilupparle nel nostro ambiente naturale: il maneggio.
Attraverso la “cerniera” di una passione in comune –quale il cavallo e lo sport equestre- le diversità si possono incontrare, hanno modo di confrontarsi in un ambiente “neutro”, sviluppando così una conoscenza reciproca indirizzata ad abbattere anacronistici muri di un possibile pregiudizio.
A questo punto è facile comprendere che la sfera dei potenziali fruitori dell’Equitazione Integrata non è solo indirizzata alle disabilità ma ad un bacino di utenza molto più ampio: disagio, intercultura, rischio di emarginazione in genere…. tanti sono gli ambiti dove i principi di EQUITABILE® possono rivelarsi un efficace strumento di educazione informale per sviluppare una valida risposta.
Non è però possibile creare inclusione senza un “contatto”…. E’ necessario un reale confronto, un concreto spunto per permettere conoscenza e condivisione.
In questo modo saranno i cosiddetti normodotati ad essere “oggetto di ippoterapia”: verranno “riabilitati” ad una nuova visione della realtà (obbligatoriamente imposta da una società in continua evoluzione e dalla globalizzazione che ne è causa ed effetto), perché l’interazione con il “divers-qualcosa” è sempre occasione per imparare a convivere e ad accettare l’altro per le sue personali peculiarità e per le soggettive qualità che esprime indipendentemente dalle sue performance.
In fondo non è questo uno degli obiettivi dell’Anno Europeo 2003 delle persone disabili e 2004 dell’Educazione attraverso lo Sport?
Per realizzare questi dettami diventa indispensabile la presenza di una figura di riferimento che sia in grado di mediare tra le diversità in generale e sviluppare programmi di inclusione finalizzati alla creazione di un’immagine positiva delle persone deboli ed alla facilitazione di occasioni inclusive all’interno delle normali attività equestri di base.
Immaginiamo una piccola ripresa di equitazione (2,3… 4 cavalli in sezione) dove possano lavorare insieme cavalieri normodotati con cavalieri “deboli” o a rischio di esclusione.
Non è ovviamente pensabile di ottenere questo optimum sul piano teorico con tutti i praticanti deboli (tante forme di disagio o disabilità sono destinate ad attività pressoché individuali ed in contesti altamente protettivi sul fronte dell’esposizione al rischio e delle reali abilità residue); pochi ragazzi possono però giungere ad un buon grado di competenza tecnica: per loro, sicuramente dopo un giusto ed oculato percorso di apprendimento equestre, è auspicabile la possibilità di questo lavoro in gruppo.
L’inclusione può avere inizio!
Nei programmi di Equitazione Integrata® si rivela così necessario specializzare ulteriormente il Quadro Tecnico a questo incontro sia sul piano relazionale ed educativo, ma anche relativamente l’aspetto della tecnica equestre di base per permettere una progettazione didattica progressiva, di qualità e soprattutto rispettosa delle reali competenze degli allievi.
L’Abilitazione Interattiva diventa così un reale strumento per creare occasioni di confronto nel contesto equestre tra le “Persone”, indipendentemente dalla loro provenienza: senza questo importantissimo elemento non può avere soluzione di continuità la nostra Mission con l’azione pratica.
L’abilitazione Interattiva non è la “scappatoia” per diventare (d)istruttore!
Abbiamo atteso alcuni anni per definire l’insolita “specializzazione” tecnica nel nostro percorso formativo proprio perché questo appuntamento è da sempre stato considerato il punto di concretizzazione dell’ideale dell’Equitazione Integrata®; una serie di riflessioni e confronti interni ci ha così portato a creare la base per non proporre il “solito corso” per formare d-istruttori di equitazione (è impossibile formate tecnici preparati in una settimana –se va bene- full immersion: di questo ce ne rendiamo conto noi per primi, ecco il perché del termine d-istruttore!), e quante proposte in tal senso sono presenti nel web o nelle pagine dei mensili equestri più in voga…
Questa abilitazione è rivolta ai soli Quadri Tecnici EQUITABILE® già formati: persone con una particolare “storia” alle spalle ed una esperienza nel campo dell’educazione equestre per persone deboli già in atto, che manifestano la necessità di normalizzare le loro proposte equestri “adattate” e creare spunti di interazione tra le diversità.
Ecco in sintesi le potenzialità dello sviluppare Equitazione Integrata® con l’Abilitazione Interattiva all’interno di un Centro EQUITABILE®:
- l’Abilitazione Interattiva è una specializzazione che permette di aprire sempre più le Realtà Sociali al resto del mondo;
- garantisce la possibilità agli Operatori di Equitazione Integrata® in possesso di questo titolo di promuovere l’avviamento all’equitazione di base per cavalieri normodotati con l’obiettivo di creare occasioni di confronto, sensibilizzazione e partecipazione attiva verso i nostri temi;
- un’unica affiliazione in ambito CONI per il Centro o Associazione che promuove l’Equitazione Integrata® permetterà il tesseramento di tutti i soci praticanti e garantire loro una valida copertura assicurativa;
- la possibilità di lavorare anche con i normodotati permetterà lo sviluppo di tante nuove iniziative ed attività per il Centro, oltre alla possibilità di sviluppare nuove economie dettate da un differente target di utenza.
Desideri sapere se sono previsti corsi di Abilitazione Interattiva? E’ sufficiente visitare con una certa regolarità la nostra pagina del calendario corsi!
Ciao Roberto, mi interessa….tienimi aggiornato…..aspetto di sepere con piacere quali sono gli obiettivi formativi e le abilitazioni finali del corso…….
Ciao Roberto …. io penso che il passo che Equitabile sta per fare, quello di formare i suoi quadri tecnici anche verso un’equitazione di base, per poter garantire una vera integrazione tra “diversità” e “normalità”, sia davvero un bel traguardo…e un punto di partenza!! In ogni caso si tratta, per noi operatori (io quasi!) di equitazione integrata, di una possibilità fondamentale per poterci proporre poi lavorativamente nel mondo equestre con conoscenze piu ampie…oltre che capacità lavorative piu ampie! Quindi grazie per questo nuovo progetto…attendo con ansia la sua programmazione!
Chiara
Ciao! mi sembra proprio una bella cosa pensare di integrare nell’ambito equestre le persone deboli attraverso i soggetti normodotati legandoli dallo stesso filo conduttore che è poi l’amore per il cavallo.
Fatemi sapere se ci sono sviluppi in quanto mi piacerebbe partecipare ad un eventuale corso.
partiamo dal concetto di un cavallo specchio dello stato psico-fisico del suo cavaliere/amazzone. Cominciamo a inseguire ideali di postura e un uso degli aiuti che metta in valore il cavallo e inevitabilmente lavoreremo su noi stessi…cavalli che vanno con calma dritti in avanti sono montati da cavalieri/amazzoni sicuri di se stessi e padroni di sè….l’equitazione allora divin psicoterapia -e ne segue le regole- anche se coinvolge l’espressione non verbale, tocca sfere profonde dell’affettività…io ci credo e sono pronta a impegnarmi in questo senso!
Leggendo il commento ho ripensato che ho seguito i corsi Equitabile proprio perchè il cavallo ha aiutato me a stare bene e continua a farlo ed è con questa prova di fiducia che seguo i miei allievi e quando li vedo sorridere capisco cosa provano.
Per questo mi piace l’idea di partecipare a questa nuova iniziativa. Interessante, voi che ne dite?
Grazie del commento sempre puntuale e di estrema sensibilità, caratteristica che ti è propria e che tutti noi apprezziamo. A presto allora!!!
E’ proprio così!è quello che provo anch’io con i miei ragazzi. Credo che quest’abilitazione ci darà la possibilità di far meglio percepire ai “normodotati” questa fiducia e sensibilità. A presto con nuovi aggiornamenti Donatella
mi piace molto l’idea, volevo partecipare ai corsi in Emilia Romagna ma mi è stato difficile.. se ci sarà occasione di farlo a Torino tienimi informata!! grazie!
Ciao!
Come sempre sarai tenuta in debita considerazione in quanto iscritta alla nostra mailing list: ora, come avrai notato, non abbiamo in progetto un corso in Piemonte per il prossimo futuro ma non è mai detto…
Comunque non escludere a priori le altre iniziative su differenti sedi!
A presto e grazie del tuo gentile feedback
Interessantissimo…questa ipotesi sarebbe l’ideale per integrare completamente es.una classe dove fanno lezione tutti i bimbi insieme.Tienimi informata, grazie ecomplimenti ancora per il passo che state per compiere!
Articolo interessante e ricco di spunti di riflessione. Uno è questo: da psicologa dello sviluppo quale io sono, appassionata di natura e di bambini e da poco interessata al mondo del cavallo quale strumento-soggetto nella terapia, riflettevo, leggendo l’articolo, sull’importanza di iniziative, come la vostra, di inclusione-condivisione del “diverso” in una società che invece altro non fa che sottolineare e incentivare proprio il contrario, tramite azioni che, solo perchè giustificate ed ammesse per legge, finiscono per essere appoggiate e condivise dagli operatori nel settore socio-educativo in genere.
Sarei molto interessata ad intraprendere un percorso formativo con equitabile, quindi rigraziando per le mail che costanetmente mi arrivano, rimango in attesa di ricevere news sui prossimi corsi.
Abito in provincia di Roma.Grazie
Mariella
Ciao Roberto. Ritengo questo un passo fondamentale se vogliamo veramente parlare di integrazione, attraverso, come la chiamo io la contaminazione tra due mondi (disabili e normodotati) che sono come dici tu parte dello stesso mondo. Come ho già detto nel nostro piccolo maneggio le lezioni integrate sono la normalità ormai da tempo. Frutto di un brevetto FISE di equiturismo oltre a quelli per la riabilitazione. Sarebbe interessante unificare tutto in una sigla che abbia come obiettivo primo il lavoro sull’integrazione. Interessante sarebbe conoscere più a fondo gli obiettivi e le finalità.
Un saluto
Giorgia
Credo che la forza di comunicare e di emozionare in generale di tutti gli animali anche senza l’uso della parola sia qualcosa di magico e di raro.
Ancora di più con un animale come il cavallo, con cui si arriva a creare un contatto talmente profondo anche se silenzioso che se già diventa curativo e terapeutico per le persone normodotate, figurarsi che effetti possa avere su persone che si relazionano al mondo esterno attraverso altri canali di comunicazione.
Credo sia meraviglioso riuscire a costruire un contatto diretto e profondo tra due mondi attraverso un animale come il cavallo.
E’ davvero una bellissima sfida, un grandissimo progetto
Condivido pienamente. Credo non si ribadisca mai abbastanza l’importanza di questo animale ed il rispetto che merita. Può essere un utile “strumento” per la “riabilitazione” (di tutti), ma non deve essere semplicemente “usato” e tantomeno “costretto” con mezzi coercitivi.
Ciao a tutti!
finalmente un attimo per le mie considerazioni…..
Abilitazione interattiva? un progetto che ritengo davvero interessante!
Partendo dal presupposto che credo fortemente nelle abilità di ognuno, credo anche nel rispetto che si deve avere per la conoscenza di queste ultime….
Penso con forte intensità che la base di un ipotetico e molto probabile lavoro di integrazione tra cavalieri normodotati e cavalieri “deboli” si fondi proprio sulla conoscenza e sulla naturalezza della vicinanza e della relazione che possono avvenire tranquillamente tra chiunque si senta libero dalle proprie certezze “normali” nelle quali si rifugia o delle quali si serve…
Conoscere è un’ esperienza lunga, un percorso che deve poter generare curiosità, capacità di mettersi in discussione a tal punto da trasformarsi in qualcosa che è proseguimento naturale del nostro essere, per me infatti raggiungere l’integrazione vuol proprio dire naturalezza nella relazione, tranquillità e serenità vissuti talmente spontaneamente che l’attenzione all’utilizzo di diversi codici comunicativi, o altre mille cose (indispensabili ed alle quali ovviamente è fondamentale fare attenzione), diventano come foglie, poi frutti e poi fiori che nascono dalle dita, parole o semplicemente espressioni che sgorgano dalla bocca o prendono forma sul nostro viso..
Ed il cavallo? Anche in quest’occasione, lo vedo prezioso e grande mediatore che grazie alle sue generose capacità di prestarsi ed affidarsi in maniera del tutto equa, regala piccoli passi di fiducia in chi gli sta vicino affinchè possano trasformarsi in autostima e quindi in relazione..
Conoscere, conoscere e ancora conoscere, solo così si può non essere spaventati ma incuriositi!!!!!!
a presto
ciao
Sono Tina Petrera dalla Puglia, non tutti mi conoscono ma presto o tardi mi conoscerete tutti. Ebbene, occupandomi di Equitazione Accademica e da profonda e umile studiosa del cavallo e della storia della equitazione, nonchè da Tecnico di Equimozione ed Isodinamica in seno a SIAEC in partenza ero molto scettica su questa iniziativa, poichè come ho espresso spesse volte in sedi organizzative, può essere un’arma a doppio taglio per chi vorrebbe fare il distruttore senza fare i conti con la cultura equestre e con corsi formativi validissimi e già esistenti ma che richiedono un impegno grande, che molti eluderebbero volentieri. Ma commenti come quelli di clare, di angela e di simona smuovono il mio scetticismo, e mi fanno credere che nel contesto di questo corso ci potrebbero essere persone – si, ma quante? – che prenderebbero con lo giusto spirito questo possibile lancio formativo, su cui un docente ipotetico – come me – potrebbe avere una concreta nota introduttiva per seminare. Seguo con molto interesse questi commenti, e spero di ricevere risposte chiare a favore di tutti a questa domanda: non si rischia con l'”abilitazione interattiva” di dare un “coltello ad un bambino”? perchè si e perchè no? Le risposte del Detentore del Marchio già le so. Vediamo quante ne arrivano dai candidati corsisti…allora chi mi risponde?
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