La scoperta dei benefici effetti dell’equitazione sembra risalire al tempo di Ippocrate; fu però Merkurialis nel 1569 a parlare risolutamente dell’equitazione quale metodo efficace per favorire lo stato di benessere fisico in ” De arte gimnastica “.
Lo studioso sostiene che i diversi tipi di andatura del cavallo favorivano nel cavaliere un “aumento del calore naturale” e permettono di limitare la “scarsità delle escrezioni“. Thomas Sydenham nel suo “Tractatus de podagra ” del 1681, indica lo sport equestre quale valido rimedio per questo disturbo e consiglia la pratica assidua dell’equitazione ai soggetti interessati da questo problema.
Van Swieten (medico personale di Maria Teresa di Vienna) e Maximilian Stoll, membri della prima scuola di medicina Viennese, sostengono che andare a cavallo rappresenta una efficace strategia di intervento per curare le psicopatie.
Dal punto di vista neurologico alla fine del XIX secolo (1875), Chessigne a Parigi prescriveva l’equitazione a persone interessate da:
- problemi neurologici;
- difficoltà a livello dell’equilibrio;
- problemi nel controllo muscolare.
Anche in uno dei primi trattati di medicina sportiva (“Medicina Gymnastica ”) Francisco Fuller nel 1750 dedica ampio spazio alla equitazione. L’autore sostiene che andare a cavallo rappresenta un esercizio ginnico molto efficace per la salute sia del fisico che della mente.
L’interesse più consistente per il rapporto uomo-animale a fini terapeutici si è realizzato soprattutto nel primo dopoguerra, quando la pratica della terapia equestre fu introdotta in Scandinavia.
Wiston Churchill, parlando di equitazione, affermava che nell’aspetto esterno del cavallo è presente qualcosa che fa bene all’aspetto interno dell’essere umano…
Precursore dell’attività sportiva per disabili fu il dott. Ludwig Guttmann (definito da Papa Giovanni XXIII “ il De Coubertin dei disabili”) che nel Luglio del 1944 presso l’ospedale di Stoke Mandeville (GB) iniziò all’attività sportiva una decina di soggetti ex membri delle forze armate britanniche resi disabili per cause belliche.
Il seme era stato posto. Da quella iniziativa locale, attraverso una serie esperienze seguenti si è giunti all’istituzione delle Paraolimpiadi – da citare ROMA 1960 dove si posero le basi per effettuare regolarmente le Paraolimpiadi in concomitanza e nello stesso paese delle Olimpiadi.
L’iniziativa di realizzare programmi di riabilitazione terapeutica con l’uso del cavallo si è diffusa negli anni ’60 e ’70 in Canada e negli USA soprattutto grazie alla vittoria di Liz Hartel, che pur essendo affetta da poliomielite dal 1943 vinse la medaglia d’argento nel Dressage ai giochi olimpici del 1952 e del 1956.
Negli ultimi tempi, grazie alla realizzazione di congressi internazionali (Parigi 1964, Basilea 1966, Warewick 1979, Amburgo 1982, Toronto 1988 ecc.) l’equitazione terapeutica è diventata oggetto di oculata ricerca scientifica.
Buonasera 🙂 Grazie mille per la bellissima pagina che gestite e condividete con noi utenti della rete 🙂 mi è stata molto utile, e lo sarà ancora, per il mio lavoro di maturità, incentrato sull’ippoterapia e, più in particolare, sul rapporto tra uomo e cavallo. 🙂
Ho scaricato anche il suo e-book e ringrazio di cuore anche per questo, è un lavoro molto bello che in poche pagine tratta l’ippoterapia, o meglio l’equitazione integrata :), in modo semplice ma efficiente. Grazie 🙂
Avrei solo una piccola richiesta (visto che il resto dei favori me li ha fatti senza nemmeno saperlo 😉 ) in che anno ha scritto l’e-book? (devo inserirlo nella bibliografia)
GRAZIE MILLE ANCORA 🙂 e complimenti 🙂
Sina
ciao! l’E-book è stato scritto nel 2009; grazie dei complimenti 😉