Il tema dell’avviamento al lavoro per disabili, sebbene particolarmente regolamentato da apposite leggi, è purtroppo ancora vissuto in molti contesti occupazionali come un’imposizione ed un peso.
Per sensibilizzare l’opinione pubblica e dimostrare quanto sia possibile una reale inclusione lavorativa di molte persone disabili, sempre più spesso si vedono programmi televisivi (es. hotel 6 stelle) o si inaugurano locali dove la presenza di persone deboli diventa occasione di confronto e conferma sulle effettive potenzialità delle persone disabili impiegate a pieno titolo come lavoratori nel circuito produttivo, della ristorazione o del settore alberghiero.
L’avviamento al lavoro per disabili può realizzarsi anche nel contesto equestre, meglio se in settori “protetti” e maggiormente predisposti all’accoglienza delle debolezze come i centri di ippoterapia o equitazione integrata®, magari a seguito di una selezione oculata di candidati che manifestano particolari predisposizioni e che dimostrano effettive potenzialità, conseguenti ad un periodo introduttivo di formazione specifica.
E’ risaputo che i cavalli e l’ambiente equestre possono essere pericolosi (o fonte di timori) se non affrontati con le opportune procedure, competenze operative ed “elasticità ragionata”; non è un luogo di lavoro per chiunque, sia che si tratti di normodotati o diversamente abili, richiede non solo un indottrinamento specifico, ma competenze particolari che non tutti possono raggiungere.
Il semplice “saper montare a cavallo” o “gestire il proprio cavallo” non è sufficiente per decretare la reale competenza nel “lavorare con i cavalli”: questa è una precondizione che gli addetti ai lavori ben conoscono ma che non è così chiara in chi è estraneo al nostro ambiente…
Detto questo, è possibile, anzi auspicabile, una sempre più concreta presenza di persone deboli collocate nel contesto equestre, certamente con mansioni commisurate alle loro effettive competenze e potenzialità, non solo in lavori a diretto contatto con i cavalli, ma anche in tutte quelle attività collaterali ma ugualmente importanti della gestione di un maneggio come i servizi accessori di mantenimento delle strutture e aree comuni o di tipo amministrativo e segreteria.
La realizzazione di progetti finalizzati all’avviamento al lavoro per disabili nel contesto equestre possono essere una valida occasione per formare soggetti deboli al raggiungimento di competenze trasversali attraverso il cavallo.
Competenze non solo atte a migliorare la qualità della vita di una persona caratterizzata da disagi più o meno evidenti, ma opportunità per diventare sempre più autonoma nella quotidianità ed inserita efficacemente nel mondo del lavoro.
L’imparare a prendersi cura dell’animale, pulirlo, condurlo in giro, fino a imparare a montarlo possono essere importanti spunti per incentivare l’acquisizione di abilità generalizzabili alla vita di tutti i giorni (autostima, autoattivazione, imparare a ragionare a misura del bisogno altrui, apprendimento di codici comunicativi e comportamentali specifici, sviluppo della decisionalità e del problem solving e planning…) che possono essere strumentali per l’ottenimento di una occupazione anche in altri ambienti di lavoro, non solo quello equestre.
Nella nostra esperienza di avviamento al lavoro per disabili possiamo menzionare un progetto che ha avuto grande rilevanza nell’inserimento occupazionale di persone con malattia mentale, ormai fuori dal periodo critico della loro esperienza patologica, nel mondo dell’equitazione integrata®.
Si è trattato di una interessante iniziativa che ha visto la partecipazione di sei persone provenienti da un grande ospedale psichiatrico della provincia di Milano in attività mirate al raggiungimento di competenze finalizzate a verificare l’acquisizione di abilità tecniche nella conoscenza e gestione del cavallo con il fine ultimo di realizzare l’inserimento lavorativo dei soggetti ritenuti idonei a seguito del periodo di orientamento e formazione tecnica.
Questa iniziativa di avviamento al lavoro per disabili nel contesto equestre ha visto apprezzabili ritorni per il nostro intero gruppo di lavoro, all’interno del quale sono stati inseriti per molti anni i tre nuovi colleghi, divisi nei compiti di “uomo di scuderia” ed assistente di ippoterapia in forma part-time.
La naturale evoluzione lavorativa di queste persone ha portato gli stessi a sviluppare il senso di responsabilizzazione verso i compiti assegnati per puntare successivamente a collaborazioni più stabili in altri contesti –certamente più vicini alle residenze di origine- permettendo loro di diventare maggiormente adattabili alle istanze degli altri ambiti del lavoro.
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