Nel precedente articolo abbiamo parlato genericamente di mediazione linguistica e culturale attraverso il contesto informale e dell’accoglienza, per creare occasioni di confronto nel gruppo di “diversi” attraverso la presenza del cavallo.
In questo testo cercheremo di andare più a fondo nell’argomento cercando di sottolineare il perchè l’equitazione integrata® può dare un supporto di inclusione e facilitazione relazionale nel giovane straniero.
Molte sono le ragioni per le quali la mediazione lingustica e culturale potrebbero trarre beneficio dal ponte del cavallo e del contesto informale nel quale è inserito.
Innanzitutto il cavallo è un elemento già noto in quasi tutte le culture e mette in moto una serie di stimoli all’apertura e al confronto con il diverso, partendo da ciò che già si conosce in quanto proprio.
In questo senso l’attività equestre svolge un ruolo di sblocco e funge da apripista in una situazione di congelamento non solo comunicativo ma anche emotivo, in quanto l’animale diventa non solo mediatore ma anche acceleratore di relazioni umane.
In questo senso sarebbe molto utile far lavorare assieme gruppi di persone di nazionalità italiana e di altra nazionalità perché attraverso il livello di comunicazione analogica sarà facilitato l’instaurarsi della relazione empatica che si traduce in accettazione reciproca.
L’affetto per l’animale, il prendersene cura e il lavorare assieme sono tutti elementi che portano alla collaborazione, alla conoscenza reciproca e alla condivisione di una passione.
Il cavallo inoltre, relazionandosi prevalentemente con l’essere umano a livello non verbale, richiede ai partecipanti delle attività equestri di adattarsi e di imparare a comunicare secondo il modo che è proprio dell’animale.
Quando si commettono errori di comunicazione in sella al cavallo, questo non ci disarciona ma non risponde alle richieste, obbligandoci a evolvere e ad adattarci noi a lui.
In questo modo si instaura il rispetto verso la sua natura e si coinvolgono le persone in un percorso di crescita individuale che le porterà ad una facilitazione all’apertura verso altri linguaggi e lingue.
I benefici del cavallo nella mediazione interculturale
L’equitazione inoltre a insegna anche a sapersi controllare non solo fisicamente ma anche emotivamente.
Il controllo delle mani diventa in chiave simbolica il controllo di se stessi e delle personali impulsività, di come si comunica e si trasmettono i propri pensieri, le proprie volontà ed emozioni all’altro.
L’equilibrio fisico diventa equilibrio emotivo, in caso di sbalzi umorali molto forti, depressione ed euforia avere un equilibrio costante al fianco del nobile animale come in sella può stimolare la ricerca dell’ equilibrio emozionale; il controllo delle gambe e dei diversi comparti motori si trasforma in stabilità e nel motore delle nostre azioni.
Si impara che ogni gesto che si compie implica una reazione e quindi assume un significato su un piano diverso, che va al di là di quello sportivo.
Diventano importanti anche le azioni che si commettono inconsapevolmente, quando ad esempio si è spaventati. Se in una situazione di paura senza volerlo ci si appende alle redini o si lasciano le gambe molli, senza forza si può imparare a riconoscere le proprie emozioni e a capire i propri filtri e, correggendosi fisicamente, imparare a gestire se stessi dentro e fuori al maneggio.
Si impara quindi ad ascoltarsi e a dare un nome alle emozioni che attraverso il corpo emergono e ci pongono interrogativi su se stessi e sulla propria esistenza.
Un altro motivo per il quale il cavallo è importante è che esso conduce, attraverso l’empatia, alla creazione di un legame di fiducia. Ci si fida di un animale che ci porta sulla sua schiena e che potenzialmente ci può uccidere, e allo stesso tempo, lui si deve fidare di noi, di dove lo portiamo e di cosa gli chiediamo di fare.
L’animale non ci giudica per il nostro passato, per i nostri disagi, il nostro carattere, le nostre patologie o i nostri errori. L’accettazione e la sua presenza costante ma non invadente facilita la creazione di un legame emotivo e di una relazione di fiducia.
Equitazione integrata®: conoscere l’altro, il diverso per conoscere se stessi.
L’animale diventa un alleato e un maestro. Esso richiama l’ attenzione per la sua mole e la sua bellezza e apre un ponte di comunicazione facendo da intermediario in casi di blocchi da parte di un potenziale utente.
Un altro aspetto rilevante è che sviluppa la capacità di autonomia e porta alla crescita di autostima: vedendo che riesco a farmi capire e a capire un essere vivente come il cavallo posso pensare che comunicare con un altro essere umano e a imparare la sua lingua sia più facile e alla mia portata.
Entrare in relazione con esso in definitiva vuol dire ascoltare, rispettare, conoscere, riconoscere le emozioni, comunicare correttamente, condividere, essere responsabili delle proprie azioni, guidare e essere guidati.
In questo senso, come già descritto in un precedente articolo, il contesto di maneggio rappresenta una vera e propria fucina di esperienze interculturali che, se opportunamente promosse, possono facilitare l’incontro tra le diversità ed abbattere i pregiudizi che in genere ostacolano l’inclusione.
Vorrei concludere dicendo che lo scambio fra culture diverse è fonte di arricchimento per entrambe, è indispensabile per conoscere l’altro, per migliorare e riaffermare la propria identità e peculiarità con l’aggiunta di nuove conoscenze ed esperienze.
Parallelamente si può dire che lo scambio che il cavaliere o l’amazzone hanno con il cavallo durante l’attività equestre è un percorso simile perché, se fatto con determinati criteri, può portare a risultati di apertura, maturazione, consapevolezza, rispetto e confermazione.
Carla Bogoni
Mediatrice culturale e operatrice EQUITABILE®
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