Le famiglie con figli disabili sono spesso alla ricerca di iniziative che possano rispondere a specifiche esigenze volte a dar stimoli e benessere del loro giovane, per un recupero funzionale, educativo o per semplice ricreazione.
I momenti strutturati gestiti dalla scuola dell’obbligo (se si tratta di bambini in età scolare) o dai Centri Diurni per disabili (per adulti) sono certamente importanti ma non coprono l’intera giornata della persona debole e non garantiscono il pieno raggiungimento degli obiettivi prefissi. Le attività extra-scolastiche o promosse in forma privatistica “fuori dagli orari di Centro” diventano così occasioni fondamentali per integrare competenze ed accompagnare a nuove esperienze di vita.
Durante l’età evolutiva del figlio disabile (fino ai 14-15 anni compiuti) il sostegno dell’equipe medico-specialistica indirizza ad attività di tipo prevalentemente riabilitativo come logoterapia, psicomotricità, fisioterapia… Nell’età adulta in genere si ridimensionano gli interventi terapeutici per incentivare quelle proposte educativo-ricreative come la partecipazione ai progetti dei servizi di formazione alle autonomie, dei laboratori espressivi o associazionistici.
Nel ventaglio delle potenziali attività da proporre al proprio familiare debole prima o poi ci si interessa all’ippoterapia per disabili, spesso senza avere una particolare conoscenza delle peculiarità dei differenti interventi ma per il semplice “sentito dire” dei benefici dell’interazione con il cavallo.
E’ importante iniziare la ricerca sul territorio dei centri ippici che propongono attività per disabili con le idee sufficientemente chiare: l’obiettivo di far fare dei “semplici” giri a cavallo al proprio figlio disabile è differente rispetto alla necessità di intraprendere un percorso strutturato di tipo educativo, riabilitativo o pre-sportivo!
Non vogliamo soffermarci sui semplici giretti a cavallo, che hanno già poco senso per i cosiddetti normodotati, figuriamoci se rivolti a soggetti disabili per i quali è necessaria una specifica competenza nell’avvicinamento all’animale, nella gestione in sella e nella conoscenza delle patologie indicate e controindicate.
Attività generiche, estemporanee, non supportate da personale qualificato possono rivelarsi alquanto pericolose e certamente inutili…
Desideriamo porre l’attenzione sugli specifici interventi tagliati e organizzati a misura di persona debole, fatti di obiettivi, consapevolezza, tecnica e sensibilità, con l’auspicio di dare suggerimenti basilari per orientarsi rispetto ai differenti corsi di ippoterapia per disabili proposti nei maneggi.
Il tipo di approccio dipende dal Progetto Individualizzato sulla Persona, dagli specifici obiettivi da voler perseguire e, conseguentemente, dal personale tecnico coinvolto e dalla strutturazione del servizio. Senza queste premesse il rischio è quello di iscriversi ad un servizio poco solido e dal basso livello progettuale-metodologico.
Ippoterapia: alcuni consigli per iniziare col piede giusto.
Il primo consiglio è quello di verificare se, al primo contatto, il referente del servizio pone domande sul futuro praticante (patologia, età, abitudini e comportamenti anche nell’incontro con altri animali, obiettivi della famiglia, eventuali esperienze precedenti con i cavalli, altre attività in essere…) e se propone uno o più incontri preliminari di conoscenza reciproca, per fornire elementi sulle potenzialità dell’intervento, per chiarire le differenti e progressive tappe del suo lavoro in relazione a specifici obiettivi e per gestire l’eventuale documentazione anamnestico-sanitaria.
Ulteriore elemento che può fare la differenza è l’abitudine del centro che accoglie un nuovo cavaliere disabile nel differenziare il periodo introduttivo di presa in carico, dove si consolidano le basi di conoscenza reciproca tra tecnico ed utente (in genere 2-3 mesi, con scansione settimanale), dalla messa a regime con l’intervento effettivo, quello dove si inizia a costruire sulla base di obiettivi prefissi che dovranno venire monitorati regolarmente e, perché no, sintetizzati in apposite schede di valutazione.
Alla luce di quanto accennato è chiara la differenza tra un approccio ragionato e consapevole rispetto ad una proposta puramente ludica che “naviga a vista” senza obiettivi…
Ippoterapia è un termine troppo generico e spesso forviante: al di là delle differenti aree di intervento riconosciute a livello internazionale, che caratterizzano le singole applicazioni delle metodiche associate al cavallo, è indispensabile verificare i titoli e le competenze del tecnico che propone una attività equestre per disabili (la provenienza da scuole riconosciute è l’elemento basilare per garantire serietà e sicurezza ma non è l’unica discriminante!), valutare la proposta nella sua interezza, il rapporto costi/benefici, se gli interventi sono promossi in rapporto 1:1 o in micro gruppi ed informarsi sulla storia del sodalizio che promuove questi corsi.
Chiedere di presenziare ad una ripresa-tipo per valutare le modalità di approccio relazionale del Tecnico può essere interessante per rendersi conto dello “stile” dell’operatore e captare le peculiarità del suo intervento ma non è certamente indicativo per valutare le sue capacità. Infatti ogni utente è unico ed irripetibile e l’intervento è sempre calato sulle sue soggettive peculiarità e caratteristiche; questo determina modalità di approccio relazionale e gestione degli interventi molto differente da caso a caso.
Ulteriore variabile che può fornire indicazioni sulla serietà della proposta riguarda la presentazione di un regolamento di servizio nel quale sono dichiarati i termini, le modalità e tempi nella gestione degli interventi. In genere le attività equestri per disabili possono avere una durata di 30-45 minuti (inizialmente si propongono interventi in rapporto 1:1, ovvero l’attenzione del tecnico è completamente rivolta al singolo cavaliere e, se vi saranno nel tempo potenzialità al riguardo e specifici obiettivi, potranno essere ipotizzate riprese in piccoli gruppi) e possono prevedere attività a terra preliminari o complementari.
E’ solo da accennare che la richiesta di un minimo certificato medico e copia della copertura antitetanica sono la base per iniziare qualsiasi attività a cavallo; in relazione alle soggettive caratteristiche del nuovo utente possono venire richiesti ulteriori accertamenti diagnostici…
La proposta di una copertura assicurativa anti-infortuni va a completare l’aspetto burocratico preliminare.
Diffidare da chi non segue le procedure obbligatorie per legge!
L’accredito del maneggio ad organizzazioni riconosciute è ulteriore elemento che può far la differenza nello scegliere tra i differenti corsi di ippoterapia per disabili. La garanzia della continuità del servizio è anche data dalle strutture ed impianti a disposizione: la disponibilità di un campo coperto è certamente la soluzione più idonea per lavorare anche quando piove, nelle giornate più corte dell’anno, quando già alle 16.00 è buio, o nei mesi estivi per lavorare all’ombra…
Infine, ma non ultimo in materia di importanza, è quel feeling, quel senso di fiducia ed autorevolezza che il centro ed il tecnico di riferimento fanno percepire alla famiglia che si approccia per la prima volta al servizio di rieducazione equestre: una certa disponibilità all’ascolto, attenzione verso le soggettive esigenze, accoglienza dei bisogni del singolo come propri bisogni ed una particolare predisposizione a mettersi in rete con gli altri professionisti che hanno in carico la persona debole per fare gioco di squadra con un unico obiettivo: il massimo livello di abilitazione e di partecipazione del soggetto nei differenti contesti nei quali è calato.
Volutamente non si è parlato di costi dell’ippoterapia poichè è un argomento che necessita di ulteriori elementi e variabili da considerare, e che è argomento di altro articolo.
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