Chi ha una particolare predisposizione verso il Terzo Settore, unita da una forte passione per i cavalli certamente avrà pensato almeno una volta nella sua vita a partecipare ad uno dei differenti corsi di ippoterapia promossi sul territorio.
Non è infatti comune poter svolgere un lavoro che piace, in un contesto all’aria aperta e sapendo di fare anche qualcosa di utile ed emotivamente coinvolgente…
Molte sono le realtà che promuovono corsi di ippoterapia più o meno impegnativi a livello di tempo da dedicarvi, costi da sostenere, ecc. e con riconoscimenti, potenzialità di effettivo impiego e competenze acquisite tra le più disparate.
Non è semplice orientarsi tra le proposte delle differenti scuole di formazione presenti sul mercato: spesso si viene sopraffatti dal “nome” del sodalizio; “realtà in auge da molti anni significherebbe maggior serietà”… Un brand più conosciuto indurrebbe ad una percezione di alta professionalità… In molti casi tutto questo è vero ma è importante considerare anche altri aspetti.
Spesso si rischia di arenarsi in un confusivo ginepraio di polemiche più o meno reali sui riconoscimenti che vengono forniti con quel particolare titolo ottenuto piuttosto che l’altro… In molti casi ci si fa attrarre da pubblicità più o meno ingannevoli che promettono titoli e brevetti dalle assonanze più bizzarre.
E’ quindi il caso di liberare il campo da eventuali dubbi e –magari- sciogliere alcune false certezze per orientarsi al meglio tra i differenti corsi di ippoterapia sul mercato.
Il nostro scopo non è certamente quello di fare una classifica tra le diverse scuole di formazione (saremmo forse di parte…) ma desideriamo focalizzare l’attenzione sulle reali potenzialità professionali quando ci si rivolge a soggetti deboli: questo in relazione alla propria personale provenienza scolastico-culturale ed equestre oltre alle soggettive predisposizioni.
Per promuovere ippoterapia bisogna averne i titoli!
Partiamo dal presupposto che ippoterapia è un termine improprio e confusivo poiché rientra tra le differenti fasi della “riabilitazione equestre” (dicitura più corretta sul piano formale perché definita dal Congresso di Amburgo del 1982) sebbene appaia più immediato quando se ne parla alle persone in generale.
E’ indispensabile sottolineare che il confine “percettivo” tra ciò che ha attinenza con la medicina ed un mondo polimorfo di differenti proposte/promesse è particolarmente sottile in campo equestre come in tutti i contesti dove si ha a che fare con il senso di bisogno delle persone, soprattutto le più deboli.
Si rischia quindi di cadere nel tranello di poter svolgere riabilitazione equestre seguendo una delle tante iniziative pubblicizzate come generici “corsi di ippoterapia” che sono tutto tranne ciò che viene effettivamente promosso, soprattutto se indirizzati a semplici appassionati –magari esperti di equitazione- con titoli pregressi non conformi al campo medico-riabilitativo.
Per promuovere qualunque attività terapeutica è indispensabile averne un titolo fornito esclusivamente da corsi universitari (per medici specializzati, fisioterapisti, psicomotricisti, psicologi…), rispettandone il codice deontologico e le procedure riconosciute dagli specifici protocolli sanitari!
La questione è differente se le proposte formative rientrano nell’area ludico-educativa e del pre-sport. La maggior parte delle disabilità e disagi non sono malattie da curare a tutti i costi; non è neppure detto che soggetti affetti da handicap debbano obbligatoriamente essere sempre sottoposti a terapia, riabilitazione e quant’altro!
Al contrario lo sport e le attività assistite dagli animali in chiave educativa, ricreativa ed esperenziale possono essere di grande stimolo per il benessere della Persona Debole, in primis perché la relazione col cavallo è estremamente positiva e motivante, ma anche grazie ad un approccio “alla pari” con il tecnico che lavora sulla “parte sana” del soggetto disabile, incentivandone le abilità residue!
Nella ricerca dei vari corsi di ippoterapia è dunque il caso di considerare non solo gli aspetti immediati inerenti a costi, organizzazione, riconoscimenti… ma verificare con attenzione se le nostre competenze e studi effettuati sono in linea con ciò che effettivamente viene pubblicizzato all’atto dell’indizione di qualunque corso di formazione.
Al di la di questo è importante leggere dentro noi stessi per comprendere ciò che realmente aspiriamo a fare nel prossimo futuro, sia semplice volontariato, una esperienza fine a se stessa o il lavoro della nostra vita!
Poniamoci alcune domande prima di scegliere…
Prima di scegliere tra i vari corsi di ippoterapia promossi sul web o nelle pagine dei mensili di settore è indispensabile farsi una serie di domande.
Vogliamo curare le persone malate o con difficoltà? Abbiamo i titoli per proporre attività terapeutiche?
Desideriamo lavorare per il benessere e per stimolare al raggiungimento di abilità residue dei soggetti deboli? Ci sentiamo più portati ad un approccio di tipo educativo? Sportivo?
Poiché il cavallo è uno dei protagonisti principali della nostra futura attività -e lo stesso vive prevalentemente in contesti sportivi- sarebbe il caso di aderire a proposte sotto egida del CONI? In caso affermativo meglio indirizzarsi alla Federazione (che vede nell’agonismo il suo fine programmatico, da statuto CONI) o affidarsi a proposte riconducibili agli Enti di Promozione Sportiva che non hanno l’agonismo come riferimento assoluto?
Queste domande vogliono restare volutamente senza risposta perché ognuno di noi ha aspettative, aspirazioni e posizioni in materia soggettive e personalissime. Speriamo solo di aver dato sufficienti elementi per scegliere tra i corsi di ippoterapia con più di consapevolezza e raziocinio…
Amore per gli animali e per quello che possono fare alle persone
bell’articolo… io avrei aggiunto dati legati alla nostra “cara” Italia, chi può farlo? C’è una legislazione? Le associazioni possono? Vero è che se vuoi fare vera riabilitazione equestre devi saper andare a cavallo e essere uno psicologo altrimenti chi riabiliti??? Eppure non viene detto -vedi xxxxx- che si vende i corsi di Riabilitazione Equestre a € 1.700,00 e non ti chiede nemmeno se vai a cavallo…. e poi come ci si orienta nella legislatura? chi paga in casi di caduta accidentale? Troppi dubbi e domande che in una nazione civile e avanzata (non parlo dell’Italia) dovrebbero avere chiare risposte.
Per una questione di stile abbiamo cancellato la Realtà di cui ti riferisci nel tuo commento…
Ci sentiamo solo di aggiungere che la vera riabilitazione la possono fare solo coloro che hanno i titoli per operare nel campo riabilitativo e sanitario (medici, terapisti…) al di la della realtà presso la quale sono affiliati o meno. Di fornte a cadute o danno cagionato ad allievo vale sempre l’articolo 2043 del Codice Civile e la copertura assicurativa di coloro che propongono l’attività.
Anche quì fa la differenza una buona formazione che contempli anche questi aspetti e supporto “post corso” relativo a polizze assicurative e assistenza prima ancora per prevenire eventuali danni!
si è vero per questione di stile… eppure gli altri uno stile non ce l’hanno se non quello di promettere, ma il vostro articolo fa riflettere e fa capire. Io ho aperto i miei orizzonti, non sono una psicologa ma laureata in lettere, non sono nemmeno una fisio…ecc. quindi cosa potrei fare? Vado a cavallo amo il sociale farei i vostri corsi… di corsa !!! ma siete troppo lontani e “qualcuno” i soldini me li ha già levati… ma la mediazione equestre, le attività ludico ricreative, i primi approcci anche dedicati ai bambini con differenti abilità vorrei arrivare a farle, è il mio grande sogno. Siete molto professionali. Complimenti
contattaci via mail e dacci maggiori informazioni su di te, sulle tue esperienze nel campo. Sentiamoci telefonicamente per condividere le tue idee ed aspirazioni: magari riusciremo a trovare il modo di aiutarti…
Roberto
molto volentieri , ho registrato il tuo numero di telefono , molto presto ti chiamerò. Francesca
…scusatemi ma art. 2023 o 20143?
2043 codice civile. Ciao!