La domanda è volutamente provocatoria poiché è indispensabile partire da chiari obiettivi, frutto di un lavoro progettuale, studiato in concertazione con l’insegnante di classe o con l’educatore di riferimento per rispondere ad uno o più bisogni educativi dichiarati all’interno della classe o del gruppo! In zooantropologia didattica, senza una visione progettuale è impossibile promuovere qualunque tipo di iniziativa (educativa) referenziale.
E’ altresì importante stabilire il tipo di utenza con il quale interfacciarsi: anche questa è una variabile determinante per definire ed adattare le proposte.
Se è vero che gli interventi devono seguire una progettualità specifica a singole esigenze e caratteristiche del gruppo (e dei singoli che lo compongono) diventa impossibile ipotizzare interventi “preconfezionati”, adattabili a qualunque esigenza. Gli stessi strumenti ed ausili a supporto rientrano nel piano di intervento e nella metodica per coinvolgere i giovani, materiale spesso creato “ad hoc” dal mediatore equestre per proporre laboratori, esercitazioni pratiche, psicodrammi, giochi interattivi e tutto ciò che può servire per fare educazione in modo informale.
Detto questo può essere indicativo fornire alcuni esempi di attività referenziali in zooantropologia didattica a tema equestre da proporre in relazione a specifici obiettivi. La realizzazione –e conseguente proposta- di schede didattiche opportunamente pensate per lavorare su specifici aspetti relativi alla conoscenza del cavallo; la presentazione di video tematici ( a carattere etologico, cartoni animati o veri e propri film) con l’obiettivo di stimolare la capacità di osservazione -e conseguente imitazione secondo ruoli prestabiliti- discernimento o finalizzati a dare un particolare messaggio educativo; il coinvolgimento del gruppo nella produzione di elaborati, disegni, cartelloni didattici…
Secondo i principi cardine della zooantropologia didattica vi sono veramente tante iniziative e proposte che possono portare al raggiungimento di importanti obiettivi, quali:
– espressività
– efficacia relazionale con gli altri
– integrazione delle competenze curriculari scolastiche
– motricità
– capacità di osservazione e decodifica
– sviluppo delle abilità espositive- verbali
– mimica
– collaborazione, fiducia , rispetto dei ruoli all’interno del gruppo
– capacità di percepire i bisogni altrui
– orientamento spazio-temporale
– abilità sociali (conoscenza dell’orologio, regole sociali)
– fantasia motoria
– conoscenza dei cicli stagionali
– …
Quando la zooantropologia didattica tratta il tema del cavallo…
Sino a qui i Progetti di Mediazione Equestre di tipo referenziale hanno molti punti di connessione con la tradizionale pet education (A.A.E. -educazione mediata dagli animali) promossa con i piccoli animali; il punto di forza delle attività pensate in chiave equestre, molto care a noi di EQUITABILE®, riguarda l’inclusione dei più deboli e la piena accoglienza delle diversità in generale.
L’educazione inerente l’handicap e l’interculturalità può così essere un importante veicolo per creare occasioni di incontro, collaborazione e conoscenza reciproca tra “diversi”, sempre seguendo il tema dei cavalli e del branco come allegoria del singolo, proiettato in una Società in evoluzione ma plastica nell’adattarsi alle varie modificazioni che vive al suo interno.
E’ da sottolineare che i Progetti di Mediazione Equestre inseriti nel più ampio settore della zooantropologia didattica possono prevedere:
- solo attività referenziali;
- solo attività relazionali;
- attività referenziali e relazionali in proporzione differente in relazione agli specifici interventi
Come già accennato in precedenza l’aspetto economico ed organizzativo può andare ad influire sull’accettazione o meno di una proposta educativa di zooantropologia didattica in mediazione equestre: in genere le iniziative più apprezzate -in quanto organiche, meglio strutturate e differenziate- sono quelle che prevedono l’integrazione di interventi referenziali con incontri “maneggio” di tipo relazionale.
La percentuale dei differenti incontri può variare di molto ed in funzione delle risorse a disposizione. Si può quindi ipotizzare un bilanciamento perfetto delle proposte (50% referenziali e 50% relazionali) o ponderato in relazione alle esigenze programmatiche dell’intervento nel suo complesso (minori attività referenziali per incentivare quelle relazionali o viceversa).
Un punto fermo che certamente rende molto più semplice qualunque tipo di Progetto di Mediazione Equestre sotto egida della zooantropologia didattica vede gli interventi referenziali preliminari a quelli relazionali per integrare maggior consapevolezza nei partecipanti, porre le basi di una relazione efficace tra il mediatore e gli stessi, e rendere le attività meno dispersive e pericolose quando promosse sotto l’aspetto relazionale.
Veramente interessante! Come maestra di scuola elementare reputo particolarmente innovativo il vostro approccio e le proposte di mediazione equestre. I progetti inerenti il cavallo (come quelli riferiti ai piccoli animali) possono rivitalizzare e stimolare le classi nel raggiungere i nostri obiettivi didattici in chiave nuova e appetibile.
Bella l’idea delle attività referenziali dove non vi è l’obbligo di realizzare una trasferta in maneggio -spesso difficile da realizzare- ma ugualmente dense di opportunità per i bambini!
Complimenti per l’idea! Appena possibil parteciperò ad un vostro corso.
Elena
[…] domanda prevede una serie di considerazioni che riteniamo opportuno trattare in un articolo specifico ma che debbono partire da una mentalità educativa di fondo, una serie di principi che partano dai […]